lunedì 24 luglio 2017

COVID 19 The best infallible way to protect us! / L'azione protettiva piu' sicura in assoluto!







The mask is fine, but it is not sufficient or infallible (and they are also starting to run low). To protect your lungs from the virus this is the safest way!
This pandemic left us breathless, speechless, breathless!

La mascherina va bene, ma non e' sufficiente ne infallibile (e cominciano pure a scarseggiare). Per proteggere i tuoi polmoni dal virus questo e il modo piu' sicuro!
Questa pandemia ci ha lasciato senza fiato, senza parole senza respiro!



"Cielo, ... il mare!"



Marina, mi hai lasciato senza fiato, senza parole, senza respiro e il mondo mi sembra sottosopra:
acqua marina! 


domenica 23 luglio 2017

LIBRO - Buon Compleanno Mamma


Buon Compleanno Mamma

by Stefano Biasetto



Prefazione

" LA MENTE o LO SPIRITO?"

"... e ricordati di bere due bicchieri d'acqua prima di andare a letto e alla mattina appena sveglio, anche questo e' un atto di consapevolezza che rimette in equilibrio emisfero destro con emisfero sinistro, e fa bene alla salute."
Finendo di caricare il mulo per il traslocco, aggiunse rivolgendosi al bambino:
-"E riguardo al discorso di prima, quando non sei sicuro della provenienza dei tuoi pensieri, se siano affidabili e provengano dallo Spirito, o mendaci e trovino origine nella Mente, GIOCA. Gioca al respiro. Come ogni gioco, anche il Gioco del Respiro ha le sue regole, in questo devi ... aspetta siamo pronti, dobbiamo partire, parliamo per strada!"
-"AAHOOOOUUUU!" sussurro' all'anziano mulo, e piano piano partirono per il nuovo villaggio.

-"Nonno, e il gioco?" riprese il bambino lungo la strada.
-"Quale gioco?" rispose il nonno mentre era assorto nei suoi pensieri "Ah si, il gioco del respiro! Allora come tutti i giochi, anche questo ha le sue regole..."
Alcuni passanti vedendoli esclamarono:
_"Che stupidi, hanno il mulo e vanno a piedi!"
Effettivamente si faceva sentire la stanchezza, e cosi' fu' che salirono sul mulo.
Incontrarono altre persone che esclamarono:
-"Che crudelta', gia' quel mulo e' stracarico, pure il loro peso deve sopportare!"
Allora il nonno scese e lascio' il bambino in groppa.
"Ecco," dissero i passanti "ma vedi quel bambino impunito, fa camminare il vecchio nonno invece di camminare lui che e' giovane e in forze!"
Allora si scambiarono di posto e quando altre persone videro il nonno in groppa e il bambino a piedi, ovviamente si lamentarono commentando che era il nonno ad essere senza cuore per far camminare un bambino a piedi per un viaggio cosi' lungo.
Allora il nonno spiegò al bambino:
-"Non possiamo andar bene a tutti, siamo tutti diversi, possiamo solo accettarci con amore, creare e condividere buona energia in ogni forma. Siamo diversi, con talenti e risorse e difetti e limiti diversi, ma sicuramente piano paino impareremo ad accettarci cosi', come siamo, senza giudizi ma semplicemente con amore, nonostante le nostre imperfezioni di qualsiasi genere esse siano."


Il bambino disse;
"Nonno, dobbiamo parlare del gioco, dicevi che come ogni gioco ha le sue regole, in questo che cosa si deve fare?
-"In questo devi respirare consapevolmente per mantenere il controllo sulla macchina, e cosi' facendo..."
-"Quale macchina?" interruppe il giovane.

-"Noi siamo una macchina quasi perfetta, come una specie di videogame interattivo robottizzato dove l'organo principale della macchina ha una sua intelligenza inipendente (come ogni cellula): il cervello. Esso si confronta con il Supervisore, che alla fine e' il nostro Spirito e la nostra essenza originale eterna. Ma capita spesso che il Supervisore, il nostro profondo Se, il nostro Spirito si lasci rubare il comando, e il cervello agisca autonomamente dimenticando chi siamo e gestendo stimoli esterni come propri, con azioni a volte estreme senza umanita' o criminali, guidati da soluzioni di programmi mentali difettosi installati a sua insaputa quando non era consapevole.
Senza la giusta guida, ispirazione, intuito o consapevolezza, il cervello, oltre ad adottare programmi e credenze limitanti, crea anche cattiva energia, fino a commettere dei veri e propri crimini creando sofferenza (esperienza che comunque siamo venuti a fare e non ci dobbiamo perdere)  per se e per gli altri.
Per i buddisti, ma non solo, le esperienze principali che siamo venuti a fare sono nascita malattia vecchiaia e morte.
Infatti per costituzione e regola del gioco che chiamiamo vita, abbiamo tutti la penalita' di essere imperfetti (e troppe persone sono imperfette nella materia grigia piu' che fisicamente, ma si possono aggiustare), siamo tutti imperfetti malgrado noi stessi, e abbiamo strumenti diversi anch'essi spesso difettosi, ma mio padre diceva spesso:
-"Un bravo guerriero sa difendersi con ogni arma."
Guardatevi i video di Nick Vujicic su youtube:

Stiamo quidando tutti quanti macchine difettose. Siamo tutti difettosi, dobbiamo accettarlo e comprenderlo bene, e ringraziare ogni giorno per quello che abbiamo. Il gioco consiste nel rimanere collegati per riuscire a vivere esperienze meravigliose nonostante le difficolta' attingendo all'intelligenza infinita, come? Pregando? Meditando?
Provate a respirare senza apnee consapevolmente. Inspirare ed espirare senza sosta di continuita'. Provate a chiedervi dopo qualche momento se vi siete ricordati di non fermare mai il respiro. Ecco, se vi viene il dubbio avete la certezza, la certezza di aver preso il controllo della macchina perfetta.
E' questione di esercizio e quando invece riesci ad essere presente e sveglio alla consapevolezza, il dubbio non ti viene. E questo vale per qualsiasi tipo di dubbio. Ogni volta che devi prendere una decisione, sorge il dubbio, ma basta seguire, come scegliessi i colori per un dipinto, con un criterio unico, la buona energia:
1) Pensieri Positivi
2) Parole Positive
3) Emozioni Positive
4) Cibo Positivo
5) Azioni positive

-"Ma come posso essere sicuro che l'origine del mio pensiero abbia una matrice positiva?"
-"Meditando e recitando un mantra filtri e riconosci l'origine che io chiamo intuizione supervisore o guida."La parola Supervisore non deve trarre in inganno, quando noi guidiamo un'automobile siamo i Supervisori dell'auto. Nel nostro caso siamo Spiriti di Luce incarnati in un videogame quasi perfetto con una sua intelligenza autonoma, e se perdiamo il controllo sulla macchina intelligente rishiamo che il cervello e la mente dirigano la macchina secondo i loro programmi mentali, creando a volte, senza volerlo, dei vortici di energia negativa, come uscire di strada con una Ferrari."

-"E come posso mantenere sempre vigile la mia attenzione su ogni momento?"
-"E' un allenamento, cominci a farlo per qualche secondo, poi sempre di piu', fin che riesci a farlo per la maggior part del tempo. Ma se capita di dimenticarsi di essere presenti all'attimo fuggente consapevolmente, e risvegliarsi all'improvviso chiedendosi da dove arrivino alcuni pensieri, e' possibile percepire la risposta semplicemente meditando, giocando a controllare il respiro.
GIOCA"

Meditando riusciamo a vedere e percepire olisticamente ogni informazione dallo Spirito, il nostro profondo Se, e ampliare la consapevolezza all'infinito.
Creando un campo di buona energia influenziamo l'ambiente e le persone attorno a noi (ma anche lontane per i grandi maestri) e cosi' facendo attiriamo  cose e persone positive a noi affini, situazioni circostanze e casualita' in armonia con la nostra energia.
QUESTO E' STATO PROVATO E VERIFICATO ANCHE SCIENTIFICAMENTE

Ecco come stare bene con le persone giuste, mettere a punto la macchina perfetta che stiamo guidando e vivere le piu' entusiasmanti ed energetiche esperienze, scegliendo l'armonia la gioia la gratitudine la condivisione in una parola sola la positivita'.
Cosi' come sceglieremmo una fonte limpida per bere, cosi' dobbiamo scegliere bene tra i milioni di bit al secondo che il nostro cervello processa, e prestando attenzione alle nostre positivita' le amplifichiamo, le potenziamo, permettendoci di creare e condividere e immergerci continuamente in un tempo sempre piu' benefico semplicemente esistendo, semplicemente respirando, miglioriamo noi stessi l'ambiente e gli altri elevando la consapevolezza di tutti.
Perche' la gioia, l'amore, e la gratitudine che creiamo, sono come mongolfiere dello spirito che ci tengono alti per permetterci di vedere bene e non lasciarci annebbiare dalla cattiva energia dei bassifondi.

Anche con gli alberi possiamo interscambiare energia positiva, gia' interscambiamo quotidianamente ossigeno con anidride carbonica.

Dedico questo libro perfettamente imperfetto a mia mamma per il suo compleanno e a tutti quelli che sanno o impareranno che siamo tutti imperfettamente perfetti, e come dice il Maestro:
“L'abitudine a colpevolizzare è presente in molte religioni e in gruppi politici di opposte vedute, io consiglio di accettare i propri errori e di trasformare consapevolmente ogni errore in una ESPERIENZA CONOSCITIVA. Questa buona abitudine rinforza l'autostima e migliora la qualità della nostra vita.” GIORGIO CERQUETTI

-"Nonno?" "Cambiamo gioco?"
-"Si".
-"Facciamo quello della felicita'?"
-"Si, ti ricordi le regole?"
-"Si, BACI ABBRACCI CAREZZE COCCOLE,..."
"...e COMPLIMENTI" conclusero insieme abbracciandosi e ridendo.

"DHARMA e' la consapevolezza che la propria (ma) natura (dhar) e' spirituale. Il dharma dello zucchero e' la dolcezza, il nostro e' l'eternita'." Dal libro "Crea un buon karma" di Giorgio Cerquetti


Il viaggio continua.




PREFAZIONE:

Treviso, 1 luglio 2017 h.4.00am
-"BUON GIORNO FIGLIO MIO... DIO TI BENEDICA E PROTEGGA DA OGNI MALE...LA MAMMA..."

Phuket, 1 luglio 2017 h.9.00am (stesso momento)
-"Grazie anche a te. Come stai? Perchè non dormi?"

"Mi sono svegliata da poco, ma poi ci ritorno... Ma sai a cosa stavo pensando? Mi sembra che avevi cominciato a scrivere un libro della tua vita... hai continuato o sospeso? Mi è venuto in mente già da ieri... e sai come lo leggerei volentieri... magari breve del passato, e più descrittivo del tuo presente... attuale, e nel reale positivo e piacevole...e pulito nel linguaggio... (come regalo per il mio prossimo compleanno), magari come abbozzo ... che dici è una idea strana, vorrei fare in tempo a leggerlo... ciao la mamma... e torno a lett..."

"Il libro lo stavo scrivendo ed era nel computer che mi hanno rubato a Napoli durante il viaggio di ritorno dalla tournée in Albania. Ricomincerò da zero e non è che mi hai dato tanto tempo visto che il tuo compleanno è a fine mese :) Certo un bravo scrittore può scrivere un buon libro anche in una notte... un bravo scrittore!"


CAPITOLO PRIMO La Depressione: come vincerla.

Per parlare di depressione bisogna averla vissuta conosciuta e superata, sono pochi quelli che sanno esattamente come funziona il cervello e se non lo studi rischi di diventarne schiavo: una cosa importante da sapere è che il cervello emette endorfine quando ridiamo, indipendentemente dal fatto che sia una risata naturale nata dalla pancia o sia una risata artificiale, forzata, creata ad uso. Quando giunsi alla conoscenza di questo fatto stavo vivendo una depressione totale e costante: mi svegliavo la mattina piangendo, andavo a fare un giro in bicicletta piangendo, riuscivo a mangiare sì ma sempre piangendo e mia madre era molto preoccupata; ovviamente non sapeva cosa fare e si sentiva impotente. Arrivai anche a meditare il suicidio provando a distendermi sul tavolo della cucina in prossimità dei fuochi e aprendo il gas di quello principale. Respirai tre boccate a pieni polmoni e decisi che si poteva fare, ma dovevo rimandare: la mia vocina interiore mi diceva che dovevo essere sicuro di fare la cosa giusta e siccome in quel periodo, guardando e facendo ricerche su internet e su youtube, avevo trovato un video di Giorgio Cerquetti che parlava di noi come spiriti di luce eterna in una dimensione terrena per fare delle esperienze, decisi che prima dovevo parlarne con lui.
Gli telefonai e poi gli scrissi una mail chiedendogli in pratica:
-"Se noi siamo spiriti di luce eterna e viviamo una dimensione terrena per fare delle esperienze, io mi sono stancato di questo tipo di esperienze posso suicidarmi e torno ad essere spirito di luce eterna evitandomi questa sofferenza?!" Lui mi rispose con 11 parole che non dimenticherò mai:
-"E' meglio lasciare il nostro corpo in maniera naturale senza fretta."


Alla luce di questa risposta dovetti quindi decidere di continuare questa esperienza terrena però, come fare per migliorarla visto che non è divertente svegliarsi e piangere dalla mattina alla sera? Allora una mattina decisi che era tempo di sperimentare la risata forzata e quando mi svegliai piangendo mi sforzai di ridere. Il risultato fu che alla fine riuscii ad arrivare ad una risata autentica e genuina derivata dall'osservazione di me stesso e di quanto mi vedevo ridicolo. Ridevo di me stesso e da allora non ho mai smesso di farlo. Le endorfine cominciarono a migliorare la qualità della mia vita. Da allora così ,ogni occasione possibile per ridere era manna dal cielo: una barzelletta, una situazione comica, un video divertente, e cominciai a trovare la forza anche per approfondire le mie ricerche su come funziona la mente, su chi siamo, sulla visualizzazione creativa e la legge dell'attrazione.
Rimasi molto sorpreso quando imparai che il nostro organismo riceve (di routine) 14 milioni di bit di informazioni al secondo, e che, anche se il nostro cervello riesce a processarne solamente un migliaio, abbiamo sufficienti stimoli per concentrarci su qualcosa di bello, con energia positiva. In qualsiasi situazione ci troviamo, in qualsiasi luogo, possiamo concentrarci sulle cose belle e migliorare la qualità della nostra vita. Dando attenzione alle cose le potenziamo, le amplifichiamo con le nostre vibrazioni, e con esse il tipo di energia (positiva o negativa) che le caratterizzano. Possiamo condividere e mandare in risonanza lo stesso tipo di vibrazione per attrarre onde di energia simili. Ormai anche le persone più pragmatiche e la scienza stessa hanno accettato una verità assoluta: tutto è energia, tutto è vibrazione e informazione dal cosmo infinito alla cellula, e il tipo di vibrazione al quale diamo attenzione entra in risonanza col tutto formando la materia. Ergo i nostri pensieri influiscono chimicamente sul nostro corpo e sulle cose materiali che ci circondano e di conseguenza sulle nostre emozioni e sul tipo di esperienze che possiamo fare e la loro qualità.
Oggi i giorni in cui meditavo il suicidio non sono poi così lontani nel tempo, ma si trovano simbolicamente distanti anni luce rispetto a come mi sento.
Vorrei dedicare questo capitolo a Pioppa, un amico leale sincero genuino solare sensibile che non ha retto alla durezza della vita. Purtroppo ci eravamo persi di vista altrimenti avrei potuto tentare di ricambiare il favore di Giorgio Cerquetti e dargli degli stimoli per riprendersi. Quando venni a conoscenza del suo suicidio mi sentii morire dentro, rividi me stesso e tutte le angosce di quel periodo: come un tunnel dal quale non si vede più nessuna apertura ne luce e la sofferenza diventa ogni giorno più potente ed insopportabile. Avrei voluto venire a conoscenza per tempo di questo suo stato depressivo ma gli amici mi dissero che nessuno sapeva ne aveva avvertito alcun segnale. Istintivamente gli scrissi sulla mia pagina facebook: "Perchè non mi hai chiamato!". Lo so bene che quando siamo depressi non cerchiamo l'aiuto di nessuno perchè pensiamo che non esista soluzione o che gli altri non ci capirebbero. Ripensandoci adesso non sono certo che avrebbe potuto fare la differenza parlarne con me solo perchè c'ero passato prima e sono un Mental Coach, ma avrei voluto almeno tentare. E visto che siamo tutti connessi e il tuo spirito, Alessandro, oggi si muove anche oltre questi confini terreni, penso che l'unica cosa che posso fare qui sia dare la mia disponibilità a qualcun altro che sta vivendo la stessa situazione:
"La prossima volta che la depressione si impadronisce di te chiamami 0066930171261 che ne parliamo no?! Ciao Pioppa, ciao amico mio, so che esisti ancora, so che navigheremo tutti in altre dimensioni, solcheremo altri mari, ci ritroveremo!"
-"Il Viaggio Continua!"




Capitolo Secondo: L'energia positiva, dove?

Bisogna essere dei grandi maestri per poter influire positivamente sull'energia che ci circonda: ogni luogo, ogni cosa, ogni persona ha la sua energia. Treviso e l'Italia (particolarmente al nord) sono avvolte da uno strato spesso di energia negativa. Non sapevo cosa fare, potevo solo meditare e studiare. Studiavo i video di Giorgio Cerquetti le parole di Deepak Chopra e Roy Martina ed in seguito Daniele Penna e altri. Applicavo la visualizzazione creativa che avevo conosciuto grazie al best seller "The Secret" di Rhonda Byrne (con gratitudine ed entusiasmo ho dato lo stesso nome al ristorante che abbiamo aperto a Malta 15 anni fa con i miei soci Carol, Matteo e Gastone (nella foto).

Con I miei soci Carol Matteo e Gastone, davanti al ristorante "The Secret"

Nel libro si parla di "Legge dell'Attrazione", e la tecnica viene presentata bene ma non approfondita e completata. Spiega sì che dobbiamo visualizzare i momenti meravigliosi che desideriamo vivere con le persone giuste, anche nei particolari attivando tutti i sensi (vista udito olfatto gusto tatto) e quindi colori suoni odori gusto tatto ecc., ma non approfondisce che la nostra visualizzazione creativa deve essere accompagnata da un forte senso di gratitudine e di gioia. Questi sentimenti possono essere richiamati alla memoria anche prima della pratica, attingendo ai momenti fantastici vissuti. Dobbiamo imparare ad attingere ai nostri ricordi per ritrovarci in quelle emozioni, e la potenza della gratitudine e della gioia fanno la differenza sul risultato. Quando ho capito questo, ho accompagnato la mia meditazione e le mie visualizzazioni creative con questi sentimenti, visualizzando momenti meravigliosi con le persone giuste, e poi ho lasciato che le cose accadessero.

Con Khwan a Naiharn, non la conoscevo ancora ma era nel mio destino
Un giorno mia mamma mi invitò a pranzo come ogni settimana. Doveva essere verso fine agosto 2016. Io non avevo ancora un nuovo computer e quindi dopo pranzo solitamente mi collegavo ad internet col suo. Quel giorno trovai un articolo del "Resto del Carlino" che parlava dell'Angelo di Phuket, un certo Walter Chiccoli che era stato protagonista attivo nei momenti tragici dello Tzunami. Istintivamente gli scrissi una breve mail alla quale segui prontamente una risposta particolarmente alle mie domande riguardo a come si stava a Phuket e ai costi della vita. La sua pronta replica mi sorprese ed entusiasmò, si offrì di aiutarmi e mi trovò un residence superlativo a costi bassissimi che mi permise di raccogliere la forza e il coraggio di guardare oltre e cominciare a pensare di provare questa nuova esperienza.

Ma tutto questo non era sufficiente a scuotermi dal torpore apatico che mi aveva avvolto e bloccato, e col passare del tempo mi ritrovai sorpreso dal gelo e impantanato nell'atmosfera invernale grigia e paludosa di Treviso e non riuscivo più a muovermi da casa. Allora Walter, conoscendo bene dopo tre mesi di mails il mio amore per Napoli e la mia sensibilità particolare verso tutto il popolo partenopeo, attivò il suo caro amico Pio Brescia il quale mi telefono più volte, all'inizio pacatamente con garbo signorile, poi con più vigore per scuotermi, fino all'ultima volta che energicamente quasi gridando mi disse: "Vuoi alzare il culo da li e uscire fuori e andare all'ambasciata thailandese per farti il visto e prendere un volo per la Thailandia, o vuoi trascorrere il Natale da solo e al freddo???!!!"
Il giorno seguente, 5 dicembre del 2016, mi feci coraggio e affrontai il gelo per andare a Venezia la mattina presto e recarmi all'ambasciata per il Visto, nel pomeriggio prenotai il volo e dopo 10 giorni atterrai a Phuket.
Ancora non sapevo che mi sarei innamorato immediatamente di questi luoghi e delle persone che ci vivono, ancora non sapevo che non avrei più fatto ritorno in Italia. Al momento di prendere il volo di ritorno, invece di partire, prolungai il mio permesso trasformandolo da trimestrale ad annuale.
Ho lasciato perdere con gioia l'idea di tornare in quei luoghi dove tanta sofferenza aveva determinato fortunatamente lo stimolo per reagire e fuggire dalla depressione. Mi sentivo così libero e felice che sottovalutai i tempi burocratici per svolgere tutte le pratiche necessarie, tanto che a 4 giorni dalla partenza non avevo ancora il visto e mi prese pure il panico di dover forzatamente rientrare. Rimasi in apprensione fin che proprio due giorni prima mi dissero che era tutto a posto e mi diedero il passaporto con l’agognato timbro "14 MAR 2018 extension of stay permitted".
Io sono stato fortunato perché ho potuto scegliere di allontanarmi e di trovare un luogo dove ci fosse energia positiva e l'ho trovato in Phuket. Da qui però, che considero un paradiso terrestre, non mi dimentico di chi é rimasto in trincea tra luoghi saturi di energia negativa e quindi in sofferenza, trattenuti dai soliti motivi: lavoro, famiglia, affetti e condizioni varie. Nelle mie meditazioni quotidiane cerco di mandare energia positiva anche all'Italia, e nei miei post su Facebook stimolo le persone (gli amici e conoscenti ma anche chi non mi conosce perché la mia pagina facebook è aperta a tutti) alla riflessione, ricerca, conoscenza, pratica e attivazione dell'unica cosa che può fare la differenza: la meditazione e la riprogrammazione del nostro cervello.
Ci sono dei programmi installati nel nostro cervello che sono difettosi, che remano contro il raggiungimento dei nostri obiettivi, della nostra realizzazione e quindi felicità. Sono programmi installati anche inconsapevolmente e in buona fede dai nostri genitori, dalla società, della chiesa, dai professori, dagli amici e conoscenti, persino dagli sconosciuti. E' importante essere consapevoli che chi ha il potere principale di inserirci dei programmi mentali (che rischiamo di fissare come verità assolute risultando frenanti) sono principalmente 3:
la Mamma,
la persona che amiamo,
e noi stessi.
Per disinstallare programmi sbagliati, di cui a volte nemmeno abbiamo chiara consapevolezza, dobbiamo impegnarci costantemente e questo potrebbe sembrare un deterrente, ma alla fine diventa allenamento e abitudine. Qualcuno usa un mantra antichissimo chiamato "Ho’Ponopono" che consiste nel ripetere, anche solo mentalmente, queste parole: "Ti prego perdonami, mi dispiace, ti amo, grazie". Con me funziona, ma come dice il grande Daniele Penna, "non credete a niente di quello che vi dico, e non credete nemmeno a quello che vi dicono gli altri, ma credete solo a quello che sperimentate di persona". E un'altra cosa che aggiungo io e che credo sia altrettanto fondamentale per ognuno di noi è che abbiamo una specie di navigatore satellitare che ci dà le indicazioni su quale percorso seguire, su quale scelta fare. A volte ci sentiamo combattuti tra un dovere e un diverso sentire, una responsabilità incombente e il bisogno di prendere aria, di concederci una pausa. Beh prima di tutto ricordo, soprattutto alle persone cosiddette "molto responsabili e affidabili", che non dobbiamo mai fare di più di quello che possiamo, altrimenti ci esauriamo. Possiamo sentire dentro di noi il navigatore satellitare che si attiva e per un certo tempo proviamo piacere nel fare qualcosa per gli altri, poi ci diventa di peso, ecco li è il momento di staccare. Il nostro navigatore satellitare si chiama piacere. Quando facciamo le cose con piacere stiamo facendo le cose giuste.
Nella meditazione, riusciamo a collegarci con il nostro spirito guida e a sentire qual è la scelta giusta da fare basandoci su una cosa molto semplice che però fin da piccoli ci hanno insegnato essere negativo  come fosse un vizio: questa cosa è il piacere. Noi siamo nati per godere ma, ci hanno insegnato che prima viene il dovere e poi viene il piacere (ecco un programma mentale sbagliato). Invece no, quando noi siamo consapevoli e meditiamo, le nostre azioni guidate dal piacere, che è anche il piacere di aiutare gli altri, che è anche la consapevolezza che siamo tutti un'unica cosa e che quindi la felicità dell'altro influisce (sempre a livello energetico) con quella nostra, allora siamo centrati nell'atteggiamento giusto e facendo qualcosa per gli altri siamo felici, ci sentiamo utili realizzati e la nostra vita ha un senso.
La buona energia viene avvertita da tutti e fa bene a tutti. Ecco la nostra guida: quando devi scegliere e sei indeciso, chiudi gli occhi, fai un po' di meditazione e poi senti che cosa ti fa stare bene:
-"La scelta che farai come ti farà sentire?"
-"Come ti sentirai mentre agisci, e dopo?"
Nel mio caso per esempio ora, ho delle cose da risolvere a Treviso e tutti quanti mi dicono perché non vai a Treviso ma, sento che ancora non sono abbastanza forte per ritornare in apnea dentro alla nuvola nera. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, e non voglio sprecarlo in cose materiali e procedure burocratiche per vendere casa e chiudere i conti in banca... no, preferisco guardare le nuvole che si rincorrono nel cielo e ascoltare il canto degli uccellini e dei galli.
Preferisco imparare a guardare il cielo, come canta Pino Daniele. Almeno per ora.


"Imparerai a guardare il cielo, ad inseguire un sogno vero" (Pino Daniele)



Capitolo Terzo Piango ancora, ma adesso di gioia!

Dal mio diario 19-12-2016

Sono qui da quattro giorni e ho quasi pianto tre volte: la prima quando ho assaggiato il mango col cocco e sticky rice, la seconda stamattina quando siamo arrivati in una delle più belle spiagge della Thaylandia dove l'acqua era così limpida da vedere chiaramente il fondo anche dove non si toccava,

Stessa spiaggi stesso mare - luglio 2017

e la terza tornando a casa e parlando con Antonio di lei (non conoscevo ancora Khwan): ormai è acqua passata ma se penso che... no no, non ci penso proprio più. (ecco un esempio pratico di depotenziamento delle energie negative)

Gli amici Walter, Antonio e Daniele mi hanno accompagnato a comperare un pc, un centrifugatore e un bollitore per il tè. Come dice Giorgio Cerquetti:
-"Le persone più importanti della nostra vita sono quelle che abbiamo intorno adesso" e il momento migliore per essere felici è qui ed ora:
-"Si sono felice, qui ed ora, ed era ora."

20-12-2016

Svegliarsi dolcemente col canto dei galli pur trovandomi nel cuore della città costa solo €5 a notte ma non ha prezzo: apro la finestra e sento anche gli uccellini che cantano e solo in sottofondo il traffico cittadino che si attiva per lo più con motorini .
Mi affaccio per salutare il giorno e il Grande Buddha che vedo dalla terrazza imponente sopra la collina all'orizzonte.


Bevo un pò di tè caldo con limone zenzero e aglio, faccio la mia meditazione prima che arrivi Walter per andare a fare colazione. Lui ogni giorno accompagna la moglie al lavoro qui vicino e poi mi raggiunge. Sono troppo preso dall'eccitazione di essere qui e dormo pochissimo ma sto da Dio. Mi accendo una sigaretta e so di sbagliare dato che il mio maestro Giorgio Cerquetti ci dice di non causare dolore e sofferenza a sé stessi e agli altri. So che il mio corpo ne soffre ed è un piacere che dovrò presto sostituire. Un cane abbaia e un bambino esce di casa correndo nella sua divisa nera (in segno di lutto per la morte del re Rama IX) pronto per essere accompagnato a scuola.
I Galli continuano a cantare e sulla collina, due uccelli attraversano il cielo sopra la testa del Grande Buddha che tace maestoso incorniciato dal verde degli alberi, che con le loro cime arrivano appena ai suoi piedi, e le nuvole accese dal sole che sta nascendo anche oggi per noi.
Grazie, quasi piango nuovamente dalla commozione e dalla gioia: passare così in fretta dall'inferno al paradiso tocca profondamente, e la mia gratitudine è incontenibile. Penso ai miei cari, vorrei poterli avere qui, dove la buona energia, i frutti di questi luoghi e l'alimentazione particolarmente sana, oltre che ovviamente i migliori ospedali del mondo, allungano la vita. Appena avrò il PC in uso devo scrivere loro di organizzarsi e venire, ho già trovato una bella casa grande e spaziosa direttamente sul mare che potrebbe fare al caso.
E’ ora del Qi Gong, dopo la mia pratica la giornata prosegue con la passeggiata sui pontili delle Mangrovie nella baia di Phuket, zona Sapanhin, dove c'è anche un bellissimo Tempio Induista nel quale con Walter e Mammato abbiamo acceso incensi per Enza Maurizio Mamma e me, e la sacerdotessa mi ha messo ai polsi dei nastrini che proteggono dal male. Dopo pranzo il primo massaggio thai, poi ho cercato il durian e le mandorle e alla fine della giornata ho passato la nottata a litigare col nuovo pc perché la connessione è lentissima.
Nonostante il massaggio thay ho ancora mal di schiena e non riesco ad addormentarmi, anche per le zanzare, non mi sono ancora organizzato con niente per tenerle lontane. Non che ce ne siano tante come a Treviso anzi, ma sappiamo che ne basta una per toglierci il sonno e allora mi guardo un video  e penso ancora a mia sorella e a mia mamma e a mio cognato: la scienza e la ricerca hanno fatto passi da gigante e oggi si possono curare quasi tutte le malattie con una vibrazione contraria alla vibrazione stessa della malattia, ma è ancora fantascienza per molti pragmatici o chi ha avuto motivi per non farne l'esperienza e ovviamente le lobby farmaceutiche (e il Ministero "addomesticato") non solo non ne parlano ma, fanno di tutto per tenerci all'oscuro di molte cose come curare il cancro con l'olio di canapa o dei danni comprovati dei vaccini e da come molti vengono prodotti con DNA ricavato anche in maniera criminale... (non ci guadagnerebbero niente a fare diversamente).
Mi viene in mente il grande Daniele Penna, il più grande scettico e pragmatico maestro che conosca, un uomo che ha cominciato studiando la PNL ed è arrivato ad insegnare la visualizzazione creativa: devo ringraziarlo per molte cose ma in particolare voglio ringraziarlo per un passaggio in uno dei suoi video più visualizzati su YouTube quando dice:
-"Non credete a niente di quello che vi dico, credete a quello che sperimentate di persona"
Giusto, è una posizione neutra e andrebbe applicata a tutto e a tutti. Con questa premessa possiamo riuscire ad essere liberi e creativi. Basta rimuovere tutti quei programmi mentali che ci hanno instillato fin da piccoli, quando la nostra capacità di discernimento non era ancora matura, e che sono la principale causa di tutti i nostri mali, e inconsciamente remano contro, ostacolandoci nel percorso verso la nostra realizzazione e felicità (e in questo caso anche verso la salute).
Ci hanno insegnato a credere ciecamente agli organi dello stato che oggi sappiamo essere corrotti e senza coscienza. Dobbiamo attivarci noi, cercare, conoscere, sperimentare, condividere, modificare, guarire.
-"Chi medita comprende che le situazioni sono lì per la sua evoluzione" (Deepak Chopra)


Capitolo IV: Lasciate che i bimbi vengano a me.


Il mio rapporto con i motori è iniziato da piccolissimo, mi ricordo che mio padre un giorno mi fece salire sul serbatoio della moto come vedo oggi fare qui normalmente in Thailandia, e mi portò a fare un giro.
Ero troppo piccolo per tenermi da solo aggrappato dietro e quindi stavo sul serbatoio con le mani sul manubrio mentre lui mi avvolgeva guidando. Forse lì nacque la mia vera passione ma non è sempre stata fortunata anzi, da piccolo sono stato proprio vittima della mala sorte. Avevo più o meno 4 anni quando mio padre, di ritorno da un viaggio, mi regalò una moto giocattolo che si caricava di lato con una chiavetta di quelle a farfalla. La carica andava fatta in senso antiorario e poi si poteva mettere la moto per terra e lasciarla correre. Non era niente di speciale ma per me in quel momento era la gioia più assoluta. Me la godevo seduto con la schiena appoggiata sul portone d’ingresso e usavo la sala da pranzo come pista. Caricai due volte e lasciai correre, ripresi la moto per la terza ricarica e mia madre mi disse di farla vedere a mia sorella Anna che era a letto con la febbre. Allora andai in camera sua e gliela diedi. Mia sorella volle a tutti i costi caricarla senza sapere come si faceva e la forzò rompendone il meccanismo. Non ricordo altro di quei momenti tragici per me, ho rimosso tutto il mio dolore la mia disperazione e il mio pianto che posso solo immaginare. Ohhhh per i bambini sono tragedie!!! Dopo un paio d'anni mi regalarono una bellissima macchina della polizia che aveva la peculiarità di fare retromarcia e cambiare direzione quando incontrava un ostacolo. Eravamo già nella casa nuova che aveva disegnato mio papà con l’aiuto tecnico di un architetto. Sstrutturata su 4 semipiani con una grande scala a chiocciola centrale interna che andava dalla grande cantina (che poteva ospitare una tavolata con piu di venti persone), su al piano terra con garage lavanderia bagno e caldaia, e salendo ancora il cuore nel grande salone, la casa presenta esternamente l'ingresso principale servito da una scala che sale dolcemente la collinetta fronte strada. Si poteva entrare anche dalla cucina e dall'altro lato del salone che aveva ampie porte finestre sul giardino. All’ultimo piano bagno, 3 camere e studio (anch'esso servito da ingresso privato che dà sulla seconda rampa delle stesse scale esterne. Il salone ampio e alto che comprende lo spazio aereo anche delle camere e del bagno al piano superiore, è era per me spettacolare e fiore all’occhiello del suo capolavoro creativo. In quel salone giocavo tranquillamente con la mia nuova macchinina, quando arrivò mio cugino Giancarlo, in vacanza in Italia dal Venezuela. Con lui si giocava sempre insieme allegramente, e quando mi chiese la macchinina gliela diedi. Io mi distrassi un attimo sicuro che fosse in buone mani. lui ce cosa fa? La indirizza verso il terrazzo appena fuori dalla porta d’ingresso che era spalancata. La macchina percorre tutto il corridoio arriva al terrazzo lo attraversa e non trovando ostacoli vola giù, passando sotto la ringhiera di protezione, e ovviamente si rompe.
Non sono mai riuscito ad avere un giocattolo meccanico che durasse più di qualche ora, eccezione per la macchinina a pedali.
Per fortuna è andata diversamente poi con le moto e con le auto vere, ma quelle cercavo di non prestarle! (Anche se un paio di volte prestai la Porsche: una volta ad un amico per la soddisfazione di un giretto e un'altra volta al fratello di Tita, Mao, per una settimana, visto che faceva l'operaio e doveva togliersi qualche sassolino dalle scarpe andando a lavorare in Porsche).
Tornando al periodo adolescenziale e al cucino Giancarlo, quando arrivò il primo giorno d’asilo era ancora con noi e ricordo che i miei ebbero la cattivissima idea di accompagnarmici la mattina insieme a lui senza prepararmi al fatto che avremmo dovuto separarci subito. Io mai avrei permesso che ci separassero per alcuna ragione senza lottare con le unghie  e con i denti, ma la sua presenza all’asilo non era contemplata e quando realizzai che volevano lasciarmi li da solo, fu l’apoteosi: punta i piedi per terra, cominciai a gridare e vedendo le suore che venivano verso di me raccolsi da terra un paio di manciate di ghiaia e sassi e glieli tirai addosso con tutta la mia forza. Mi bloccarono immediatamente mentre mi dimenavo come una furia e questo fu il mio esordio all'asilo.
Nascendo in una cultura cattolica e avendo una grande predisposizione spirituale, col tempo, maturai la vocazione: volevo fare il parroco, diventare pastore di uomini, volevo fare il percorso spirituale ecclesiastico. Mia madre è sempre stata molto devota e mi aveva insegnato tutte le storie dei santi le preghiere e le letture. Pregavamo sempre insieme prima di dormire e leggevamo la Bibbia, il Vangelo e ovviamente andavamo ogni domenica alla Messa. Per qualche anno feci il chierichetto e non mi costava alcuna pena il fatto che il nostro allenatore di calcio ci imponesse di partecipare alla Santa Messa prima delle partite, cosa che ad altri invece pesava molto. Ma come tutte le cose corrotte dall'uomo, prima o poi si sarebbe dovuti arrivare il classico nodo al pettine e alla rottura. Avvenne che, crescendo, dovetti confrontarmi con la mia sessualità. Questo fatto degli atti impuri in confessionale era molto umiliante ed era un rituale psicologicamente massacrante doverlo affrontare ogni volta puntualmente come prima cosa, una fissazione attorno alla quae sembrava ruotare tutto il mondo e il paradiso. Sentirsi chiedere per prima cosa riguardo agli atti impuri era sempre traumatico: mannaggia a chi li ha inventati! In seguito, crescendo, scoprì che quel comandamento era stato inventato di sana pianta dalla Chiesa (mi pare nel Cinquecento) e anche un altro che riguarda l’adorazione di un unico Dio del quale non dovrai creare ne immagini, dipinti o statue ne in cielo ne in terra ne sul fondo del mare era stato manipolato dal Clero. Pazienza per le statue e i dipinti e i santini ma, il punto cardinale della mia rottura furono questi atti impuri. Qualche volta cercavo di resistere per non dover confessare di aver commesso atti impuri, magari mi trattenevo fino al pomeriggio della domenica in mdo da poter fare la comunione "purificato dai peccati". Finalmente arrivò il momento in cui ebbi la mia prima relazione con una ragazza, ci innamorammo e facemmo l'amore. Ed eccomi trionfante andare in confessionale senza più alcun senso di colpa o frustrazione, ma con orgoglio: non commettevo più atti impuri. Leggero, candido, pulito, potei accostarmi al sacramento con spirito diverso e, certo finalmente di una assoluzione piena senza penitenze, alla domanda sugli atti impuri risposi con soddisfazione e sicurezza:
-"No, non commetto più atti impuri: ho finalmente incontrato la mia anima gemella, ci siamo innamorati e facciamo l'amore!"
Vi lascio solo immaginare la reazione del mio confessore il quale, quasi inorridito, mi disse che era sbagliato e dovevo convincerla a non farlo finché non fossimo sposati. Ma come, pensai, con tutta la fatica che ho fatto per convincerla al contrario... Mi ricordo che il parroco usò proprio la parola convincimento: devi convincerla a non farlo devi convincerla ad aspettare fino al matrimonio. Fu esattamente in quel momento che capii che nei comandamenti della Chiesa c’era qualcosa di sbagliato e non faceva per me.
Gesù dice lasciate che i bimbi vengano a me, ma questo non ha niente a che fare con la Chiesa, i suoi precetti, leggi e imposizioni. Per poter conoscere noi stessi profondamente e per poter essere degni del grande regalo di questa vita dobbiamo essere come bambini: puri in origine. I bambini non hanno sovrastrutture e tutti i bambini giocano con il pistolino, poi però cresciamo e se giochiamo con il pistolino facciamo peccato! Mah, no comment. Lascio la parola a Giorgio Cerquetti:

-"Spaventano i bambini, giudicandoli, rimproverandoli, zittedoli, parlanogli di pene eterne, di inferno e di peccato: facendoli sentire a disagio sia a casa che a scuola li portano a rinunciare progressivamente alla loro naturale LIBERTÀ. Poi intimiditi, succubi e terrorizzati rinunciano facilmente al loro potere personale. Diventano pecore e poi arriva IL BUON PASTORE protetto da molti cani da guardia. Noi non siamo pecore quindi non abbiamo bisogno né di pastori, né di cani che mordono! AMIAMO orizzonti liberi e prati verdi senza recinti".


Capitolo V: La Morte

Voglio iniziare questo capitolo con un' altra citazione del Maestro Giorgio Cerquetti:

-"L'ETERNITA' è un viaggio senza destinazione. Molto tempo fa siamo entrati nel Samsara, ciclo di ripetute nascite e morti. Il Samsara è caratterizzato dall'ansia di avere un corpo transitorio. L'ansia è causata dal dualismo partenza-arrivo, arrivo ri-partenza etc. Chi medita sull'ETERNITA' e la percepisce esce definitivamente dal dualismo e dall'ansia e vive nell'ESTASI NATURALE DELL'ESSERE. La Vita è un GRANDE VIAGGIO, senza inizio e senza fine. Un viaggio senza destinazione. Cari viaggiatori eterni BUON VIAGGIO!"(Giorgio Cerquetti)

Per essere veramente felici dobbiamo assolutamente comprendere che l'eternità già ci appartiene e che la morte è una porta aperta verso un'altra esperienza, dobbiamo concentrarci esclusivamente sul qui ed ora, per sperimentare con costante presenza l'adesso, divertendoci e condividendo buona energia.
Siamo spiriti di luce eterna incarnati in una dimensione terrena per fare delle esperienze principalmente il senso del finito, il gusto della finzione, il brivido della separazione e la dipendenza dagli altri. Se trovassimo il modo per diventare immortali in questa dimensione, perderemmo l'occasione per sperimentare il senso del finito. Questo in un primo momento ci può sembrare negativo perchè vorremmo che tutte le belle cose fossero per sempre, in realtà è proprio il contrario e diversamente non potremmo imparare quello che siamo venuti ad imparare.
Il non attaccamento va coltivato quotidianamente perché quando finisce qualcosa, quando finisce un amore, quando finisce uno stato di emozioni gioiose, sembra di perdere qualcosa ma invece stiamo imparando. Quando riusciamo ad essere presenti all'attimo fuggente, possiamo attingere ad un'infinità di cose che possono darci costantemente coraggio, gioia, pace e tutto quello di cui abbiamo bisogno. Imparata questa lezione siamo inattaccabili e perfettamente in equilibrio col tutto, e anche la morte diventa un'occasione per fare esperienza di qualcosa di nuovo.
Il gusto della finzione, in un mondo dove tutti fingono, sembra un male insormontabile ed inaccettabile. Con questo atteggiamento mentale diamo alla menzogna una definizione negativa rafforzandola. Mi ricordo le parole del mio amico (e primo maestro per me) Tita quando dice:
-"E' meglio una sana bugia che una falsa verità!".
Ci si potrebbe disquisire all'infinito e ci ho pensato per anni, ma quello che è importante capire è che se nella tua finzione riesci a condividere energia positiva, va bene; ma non deve essere mirata a danneggiare gli altri. Una regola principale da assimilare bene è:
-"NON CAUSARE DOLORE O SOFFERENZA A TE STESSO E AGLI ALTRI ESSERI VIVENTI"(sempre Giorgio Cerquetti).
Se ti attieni a questa regola, puoi fingere quanto vuoi e divertirti, nel gioco della vita. Io faccio l'attore e il cantante e mi diverto mi diverto moltissimo a recitare e per paradosso, proprio perché mi diverto a recitare quando interpreto dei ruoli sul palcoscenico, nella vita riesco ad interpretare me stesso e se capita che mi diano dello stupido o del ridicolo, io colgo l'occasione per distruggere il mio ego.
Il brivido della separazione è un'altra esperienza fantastica perché siamo tutti spiriti di luce eterni con infinite capacità olistiche, e quindi anche quelle di vedere tutti gli altri contemporaneamente. Invece in questa dimensione possiamo provare il brivido della privacy.
La dipendenza da altri è una cosa molto tenera e umana, talenti diversi che si uniscono per affrontare le avversità supportandosi vicendevolmente sviluppando così, piano piano, la consapevolezza tutt'uno con tutti e tutto. Essere parte del del tutto è un concetto che maturiamo lentamente, e per qualcuno è difficile da comprendere. Così come il nostro alluce fa parte di noi e se lo tagliamo sentiamo dolore, allo stesso modo le altre persone che ci circondano, emettendo vibrazioni positive o negative, condizionano il nostro benessere: se soffrono ci fanno stare male (chi e piu sensibile se ne accorge prima, ma tutti ne sono innondati. Quindi per stare bene noi stessi dobbiamo aiutare le persone intorno a noi a stare meglio, ovviamente nei limiti dei nostri talenti, capacità, competenze, doti e disponibilità. Per esempio quando qualcuno ci offre da bere noi diciamo grazie, ma in realtà il "grazie" diventa reciproco perché con la nostra gioia nel ricevere un dono miglioriamo anche la qualità della vita del donatore. Tutti abbiamo talenti e attitudini diverse e tutti abbiamo delle facolta, o difficoltà che ci sembrano insormontabili: io per esempio so cantare (anche a testa in giu) e per qualcuno è una cosa impossibile viceversa ho bisogno di persone che abbiano sviluppato bene l'emisfero sinistro, siano e si muovino agevolmente nel terreno della praticità, dell'organizzazione, della burocrazia, delle pubbliche relazioni e dei contatti di ogni genere.

Cantando il Rigoletto a testa in giù a Italian's Got Talent 2016
Se non ho attorno a me collaboratori di diverso genere, il mio talento artistico non può essere né proposto, né goduto.
Alcuni giorni fa ho pubblicato un post su Facebook che recitava testualmente:
-" Quando talenti diversi, motivati al raggiungimento dello stesso obiettivo, si adoperano generosamente, arriva il successo".


Phuket, li Sabato 29 luglio h. 14:00
Aggiornamento in tempo reale
WORK IN PROGRESS
Buongiorno Mammina, Buon Compleanno.
Il Libro finisco di correggerlo nelle prossime ore.
Adesso devo scappare alla tua festa di compleanno in barca organizzata da Khwan con Gianni
Baci e Auguri anche da loro
Ti Vogliamo Bene.
Tuo Figlio

Un artista può esprimersi in diversi modi: poesia, pittura, scultura, musica, danza, fotografia, cinematografia, ... Artisti sono tutti coloro che hanno sviluppato meglio l'uso dell'emisfero destro, e sono naturalmente inclini alla comprensione del tutt'uno e alla spiritualita, amano perche sono sorgenti d'amore consapevoli e anche per questo sono tanto amati. Scrive Giorgio Cerquetti nel suo libro Crea un buon Karma: "L'emisfero sinistro (molto utile) funziona sul dualismo tridimensionale inizio-fine,quello destro (utilissimo ma poco valutato) può accedere a tutte le dimensi...oni che sono l'INSIEME DELL'INFINITO,una realtà estesa dove non c'è ne' inizio ne' fine. Ma come possiamo riequilibrare il dialogo tra emisfero destro e quello sinistro? Con pause di riposo (a questo servono) il gioco e la meditazione. Per riequilibrare l'emisfero sinistro dopo ore di lavoro pratico e logico è consigliata quqalsiasi attivita artistica anche indiretta come visitare una mostra, andare ad un concerto, al cinema o a ballare. Ogni nostra attivita impegna i due emisferi in maniera diversa, spetta a noi supervisionare e capire a quale prestare cura, e in quali momenti: dobbiamo trattare la nostra attivita' con particolare attenzione e misura per non scivolare nel vortice dello stress. Anche a detta di medici e scienziati, lo stress è la principale causa di quasi tutte le malattie. Lo stress infatti crea un ambiente acido nel corpo e come scoprì lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg che per questo nel 1931 ricevette il Premio Nobel: "Nessuna malattia, compreso il cancro, può esistere in un ambiente alcalino".
Anche scrivere avendo a che fare con queste diaboliche macchine intelligenti che chiamiamo computer è stressante e ogni tanto devo disintossicarmi e mollare tutto, ma devo comunque riconoscere che sono delle grandi comodità.
Riequilibrare quindi gli emisferi. riservando una pausa dal lavoro costante di quello che solitamente impegnamo di più, ci potenzia e ottimizza in toto evitando stress e malattie. Pensare troppo fa male, non pensare mai altrettanto. Quello che fa bene comunque sempre è spegnerli entrambi e meditare o anche attivare a comando l'emisfero destro con la visualizzazione creativa.

Mentre rivedo e correggo questa bozza mi sono arrivate delle belle foto del tuo compleanno Mammina, con Anna Enza, con nipoti e pronipoti. Grazie, sono felice di vederti circondata dall'affetto di tutti e grazie all'aiuto del caro amico Lucio Gobbo e di photoshop mi aggiungo virtualmente alla prima. :)
87mo Compleanno coi tuoi figli: insieme nel cuore


Compleanno coi pronipoti

Compleanno coi nipoti

BUON COMPLEANNO MAMMINA

CAPITOLO VI: Che sorpresa, Khwan :)
Cara Mamma, pensando al capitolo sesto ti ho chiesto se avevi qualche argomento particolare che ti sarebbe piaciuto trattassi, e mi hai risposto: "Si, raccontami di Khwan, che cosa fa per te?" Era già in programma ma mi piace il finale della domanda: "...fa per te?"

Walter sapeva che ero arrivato in Thailandia uscendo da una storia sentimentale che mi aveva letteralmente devastato e sapeva anche che per mia natura, come molti, avevo bisogno di relazionarmi con una creatura femminile di buoni sentimenti. Così pensò di far sapere ad una collega di lavoro di sua moglie della mia persona e del mio arrivo a Phuket. Mi disse anche di aver organizzato una cena tutti insieme per festeggiare il Natale in modo da farci incontrare, ma a quella cena per qualche motivo lei non venne e ci diede buca anche al cenone di Capodanno. Io non mi preoccupavo tanto di questo, pensavo che quello che doveva essere sarebbe stato e come dice spesso mia mamma: "Se non viene, vuol dire che non conviene", e poi nella vita sono sempre stato capace di conoscere persone meravigliose anche senza l'aiuto di nessuno. Certo trovandomi in un paese straniero, senza conoscere la lingua e senza altre amicizie è più difficile. Fin dai primi giorni della mia permanenza a Phuket avevo notato che su Facebook mi era arrivata una richiesta di amicizia da parte di una sconosciuta che si chiamava Yotaka Ok, ma vedendo nel suo profilo la foto di una bambina di circa 7 anni, ignorai la sua richiesta per ovvi motivi. Dopo circa un mese mi arriva un altro messaggio che diceva più o meno se, dopo un mese che mi aveva inviato la richiesta, fosse arrivato finalmente il momento in cui potevamo essere amici. Allora cominciai a pensare che poteva essere una bambina disabile che magari aveva come unica possibilità di relazionarsi con qualcuno quella di Facebook e che magari voleva imparare l'italiano o l'inglese, quindi stavolta le risposi che non avevo nessun problema, ma sarebbe stato meglio che prima ne avessi parlato con i suoi genitori e colsi l'occasione per chiederle quanti anni avesse e come mai alle 9:30 di sera fosse ancora alzata. La sua risposta fu davvero una sorpresa perché mi rispose 41 e li cominciammo a ridere e a scherzare, mi mandò una foto della mia cena di Natale con Walter, la moglie e i figli, e mi disse che era la collega di lavoro di Oho, e se potevamo incontrarci per bere qualcosa o per andare a cena. A quel punto io le risposi che mi avrebbe fatto piacere conoscerla e alla sua domanda come faremo a comunicare, dato che il suo inglese non era e non è fluido ed io non parlo thailandese, le risposi: "Comunicheremo guardandoci negli occhi!".





Per rispondere meglio alla tua domanda ho confrontato queste due foto, prima e dopo. Khwan dice che prima ero magro teso e solcato in viso.
Khwan dice che prima ero magro teso e solcato in viso


Con Khwan in gelateria

Si, fa per me. E io faccio per lei. Ma la domanda è che cosa fa per me? Ok. la risposta è: tutto.
Senza di lei non sarei, o almeno non sarei quello che posso essere. Si è cominciata a prendere cura di me senza che me ne accorgessi e piano piano e' diventata parte di me anche se certe votlte quando mi guarda e non favella non so mai cosa aspettarmi :)

"Certe volte quando mi guarda e non favella, non so mai cosa aspettarmi!"

Uscimmo a cena e ci rivedemmo per una serata di musica al Timber Hut. Mi ha fatto conoscere una diversa Phuket colorata di sfumature pastello sulla tela di Van Gogh. Dopo fidanzati ha cominciato a prendersi cura di me anche negli aspetti pratici: ogni giorno era da me all’inizio arrivava anche con pasti pronti per la cena in modo da poter avere più tempo per noi senza dover uscire e poter andare a letto presto (dato che per andare al alvoro si sveglia semrpe prima delle sei). La sveglia col canto del gallo e grilli e uccellini è diventata un piacere. Ho postato alcuni video su facebook e mi dispiace che tu non riesca a sentirli, ma sono una musica celestiale priva di alcuna sbavatura o stonatura: un concerto perfetto. Vedi che anche nel disagio di svegliarsi presto si possono trovare dei vantaggi impensabili, oltre agli uccellini i grilli i galli ci sono le nuvole che corrono sempre. Ascolto la canzone di Pino Daniele quando dice: "...imparerai a guardare il cielo ad inseguire un sogno vero... " Anche questo è Khwan, e qui sembra proprio di poter inseguire sogni veri. All’inizio le nostre cene erano superlative e ricche ma anche troppo. Lei mi voleva piu grasso perchè qui, al contrario di noi, essere grassi o leggermente sovrappeso e bianchi è status simbol, da noi invece magri e abbronzati. Per me è imortante il suo amore, e anche quello per te mamma. E oggi ti scrivo con amore usando la tastiera nonostante il dolore ai polsi, perchè il tablet funziona male e non posso dettare, ma ti dono con gioia questo picclo fastidio perchè so che apprezzi i doni. Mi conosci abbastanza per saper che non farei, e non faccio mai, niente che non sia profondamente spinto da un sentimento travolgente. Il mio amore per te e per Khwan che è parte di te con il suo amore che comprende quello di donna di amica e di mamma mi arricchisce ogni giorno. Tu diresti che non potevo trovare di meglio e lo dico anche io ma non dimentichiamoci che sono sempre state al meglio anche Carol e Ania. Eravamo tutti altre persone in evoluzione e siamo crsciuti e siamo cambiati e siamo tutti in amore per tutti. La consapevolezza del tutt’uno sta diventando un’esigenza spirituale universale. Khwan mi permette di dedicarmi a tempo pieno alla meditazione, allo studio divertimento e creatività se mi dimentico di mangiare arriva lei, o mi telefona di raggiungerla qui sotto al ristorante del MihoKian. Il MihoKian è un piatto di nuddle (spaghetti di riso) con salsa e gamberi e verdura rosolata. La sera qualche volta andamo amangiare da Nun, io vorrei mangiare meno carne ma li con pochi soldi ci danno un bollito con carne brodo verdure cotte nuddle pollo e fegato. Robetta! L’amica e compagna dis cuola della figlia di Khwan Baiyok, è Lukna. Il sabato è appuntamento fisso dai suoi genitori che gestiscono un ambiente dove ci mangiamo tra le altre cose sempre un un grosso pesce cotto col sale sulla griglia.
L'appuntamento del sabato, qui con Gianni Zucchetti: luglio 2017
La pelle è croccante e buona anche da mangiarne un pezzettino sfizioso ogni tanto, anche se andrebbe tolta visto che è molto salata, ma non presenta scaglie ed è quindi invitante. Poi a scelta altri piatti locali con cozze o gamberoni o aragoste o croccanti di maiale fritto: evviva il colesterolo e la buona energia, dovrei targli un taglio lo so. Un altro piatto croccante con germogli di soja cozze e uova fritte lo gradisco semrpe, insomma ho preso qualche chilo e diciamo che sto facendo anche troppa festa quindi ho messo un piccolo freno e qualche volta andiamo a mangiare un latte di soja con frutta e a scelta fagioli o altro ed in alternativa altre sere ci facciamo un’insalata o qui a casa o al parco come ieri sera. Mi hai fatto una domanda precisa mammina, ed io conoscendoti, ti ho parlato principalmente del cibo. Ogni mamma si preoccupa e si chiede se il proprio figlio mangia abbastanza (sia che sia un poppante sia che sia un PolYai: nonno in thaylandese). Ma la cosa piu importante è che Khwan è presente ogni giorno. All’inizio mi sembrava anche esagerato, ma ho capito che è una donna tutta di un pezzo e mi ama davvero, quindi si prende cura di me a 360 dal cuore alle esigenze più pratiche permettendomi di concentrare le mie energie esclusivamente sul lavoro. Mi da la serenita di una crescita sentimentale e spirituale in continua evoluzione e senza che me ne accorgessi ha cominciato a prendersi cura anche delle cose pratiche. Prima di lei per i panni da lavare mi servivo di un lavatrice a gettoni qui sotto, ma un giorno cominciò a prendersi i panni sporchi e portarseli a casa per lavarli e stirarli. Anche questo, come una mamma, infatti scherzando (ma poi mica tanto) mi dice che anche se non avremo un bambino, lei un bambino ce l’ha già (ovviamente si riferisce a me). Siamo reciprocamente amore, amici, mamma, papa, figli. Piu di cosi cosa potevo sperare? Certo come tutti e soprattutto trovandosi di fronte due culture diverse, molte cose vanno spiegate studiate assimilate e comprese. Mi fa anche arrabbiare quindi mi da tutto quello di cui ho bisogno sia per essere felice e sereno sia per crescere. A volte è difficile comunicare perchè è molto gentilmente e dice sempre di si anche se non ha capito. A volte le chiedo se sia meglio andare a destra o a sinistra e mi risponde sorridendo si, si papà. All’inizio non capivo bene ma poi ho imparato che qui i titoli familiari hanno un significato affettivo e di rispetto. Papà o PolYai (nonno) sono vezzeggiativi. Ma la prima volta che mi sentii chiamare papà rimasi quasi di stucco...si va beh abbiamo 15 anni di differenza e siamo al limite. Il problema è che qualche votla mi chiama nonno come giancarlo e maurizio mmmmmmm, PolYai mi chiama e poi ride! E quando mi capita di avere qualche dolore sdrammatizza e ride e mi dice "Sai perchè? Perchè sei vecchio, molto vecchio Papà!" Si mi fa anche ridere, insomma ci facciamo ridere in compagnia e stiamo bene. Quindi per rispondere alla tua domanda cosa fa per me Khwan dovrei rispondere TUTTO. Tutto e siccome ti conosco e so che la prossima domanda sarebbe "E cosa fai tu per lei?" Beh, le insegno a nuotare :)
Prima lezione di nuoto per Khwan con un istruttore FIN - IL GALLEGGIAMENTO
Ma per una risposta importante dovrai chiederlo chiederlo direttamente a lei perchè le cose più belle che facciamo per gli altri con amore a volte nemmeno le sappiamo dire. Ma sembra che a lei basti il mio amore per essere felice e questo da un senso alla mia vita molto più di quanto si possa pensare. Io credoc omunque che la cosa più preziosa che faccio per lei e per tutti quando posso sia scambiare buona energia, insegnare quello che ho imparato dai grandi maestri del mondo, cercando di aiutare ognuno a diventare maestro di se stesso. A volte molti si pongono domande esistenziali tipo "Qual è il sgnificato della mia vita?" Beh, senza andare per massimi sistemi rispondo solo due cose fondamentali, una fisica e una spirituale. Semplicemente respirando scambiamo anidride carbonica per la fotosintesi delle piante e quindi la nostra esistenza ha già un suo perchè, poi, per chi è consapevole, condividiamo buona energia e miglioriamo così la vita di tutti. Ecco perchè è importante essere consapevoli e attenti ogni momento e prevenire i nostri pensieri parole emozioni cibo e azioni controllando che siano carichi di buona energia. Non serve fare altro per migliorare il Mondo, e non è poco! Mentre scrivo in sottofondo ascolto Pino Daniele, ho deciso di organizzare un concerto commemorativo per lui il prossimo 4 gennaio 2018 terzo anniversario della sua prematura scomparsa per attacco cardiaco nel 2015 e per caso, ma il caso non esiste, sta cantando proprio queste parole: "Anima, in questa vita c'è bisogno di più anima per sopportare quello che c’è intorno..."
Buona energia, anima e tanta ironia, soprattutto con noi stessi: Nei monasteri Zen la mattina appena svegli i monaci devono per prima cosa saltare fuori dal letto e fare facce strane per iniziare la giornata nel modo migliore: ridendo.
"La risata è la vera essenza della religiosità. La serietà non è mai religiosa. La serietà è il frutto dell'ego, è parte della malattia chiamata ego. La risata non ha alcun fondamento egocentrico. Certo esiste una differenza tra la tua risata e la risata di un uomo religioso: tu ridi sempre degli altri, mentre un uomo religioso ride di se stesso oppure dell'intera ridicolaggine dell’essere umano." (Osho)



CAPITOLO VII: Il primo pianoforte, le marachelle e grazie mamma e papà.

Il primo pianoforte me lo regalò mio padre che ancora stavo sul seggiolone. Arrivò a cena con questo piccolo giocattolo rosso, un pianoforte a coda, grande come un computer, con i tasti contrassegnati da colori per distinguerne le note: rosso arancio giallo verde azzurro viola e bianco e un libretto accessorio con una canzoncina di Natale basata sui colori.
Ricordo che me lo regalò ma ci giocò piu lui che io all’inizio. Io sedevo a capotavola, le mie sorella alla mia sinistra lui a destra sul lato della finestra e mia mamma di fronte. La finestra, quella finestra dove mia mamma mi fece sedere per tutta una mattina dicendomi che, se riuscivo a mettere il sale sulla coda degli uccellini, sarebbero diventati miei amici. La finestra dalla quale mio padre una domenica mi vide in cortile arrampicato in cima al cancello, e gridò: "Stefano non ti muovere!". Subito il nostro cane Diana, un pastore belga nero, venne a posizionarsi sotto di me come uno scivolo nel caso avessi perduto la presa. Ma io ero tranquillo, mi tenevo forte e non comprendevo il motivo di tutto questo allarme e agitazione (avevo solo 3 anni ma già amavo l'ebrezza di salire in alto, non potevo sapere che un giorno sarei diventato un paracadutista).
Crescendo ebbi pure in regalo un triciclo e le mie scorribande presto si estesero dal cortile a tutta la stradina di sassi privata che portava al capannone di Giovanni. Piano piano, ma inesorabilmente, venne a galla il monello che si nascondeva in me: ma non sapevo quello che facevo e quindi mi perdono e oggi ci rido sopra. Ne combinammo parecchie col mio vicino di casa Manuele e Michele Barbiero che veniva a giocare con noi (la famiglia gestiva il negozio di alimentari che faceva angolo all’imbocco della nostra stradina che di fatto era il nostro parco giochi).
Quel giorno mettemmo dei chiodi a tre punte sul passaggio pedonale che il lattaio usava percorrere in bicicletta per entrare a portare il latte a Giovanni (che abitava alla fine della stradina dopo il capannone in appartamento connesso). Credo di averle prese anche quella volta. Ma ero proprio stupido e non capivo niente per cui non c’era verso di farmi ragionare, le botte non mi facevano niente.
Per una settimana mi rimasero i segni delle cinque dita di papà sul viso, le hai prese ancora mi chiedevano a scuola, cosa hai combinato stavolta... ma non serviva a niente ammazzarmi di botte, ero come l’erba cattiva, ero irrequieto incontenibile che solo ora capisco perchè mio padre certe volte perdeva la pazienza e me le suonava di santa ragione: "Scusa Babbo!" :)
Io e il mio amico Michele pensavamo che il capannone di Giovanni fosse abbandonato e fuori uso, e che l’unico motivo per dargli un significato finale, (prima che lo demolissero) fosse quello di fare a gara a chi riusciva a colpirne i vetri con dei sassi da una distanza di circa cento metri... no comment, fatalita’ in quei momenti Giovanni stava facendo visionare il vecchio immobile in vendita ad un potenziale cliente che invece di demolirlo pensava di ristrutturarlo. Ora posso solo immaginare lo spavento e lo sgomento che possono aver provato li dentro sentendosi scoppiare i vetri in faccia all’improvviso! Giovanni uscì e ci vide: ovviamente ci riconobbe anche da lontano...botte ancora!
Io capivo sempre troppo tardi delle marachelle che combinavo e ne ho collezionate molte. Non ero solo un ribelle, ero una forza della natura mal incanalata e guidata da una stupidità incredibile. Dicono che, per i bambini, essere irrequieti e iperattivi sia sinonimo di intelligenza, ma una mente intelligente mal gestita può partorire degli incubi, e credo proprio che certe volte per i miei genitori, e non solo, io sia stato un vero incubo. Forse il confine tra intelligenza e stupidita è molto sottile e deriva semplicemente dalla gestione del potenziale cerebrale.
Non so se questa cosa di rompere i vetri appartenga a tutti i bambini, ma oltre a quelli rotti a Giovanni con i sassi, ho collezionato quelli rotti a mio padre col pallone e quelli con Quirino Biscaro, compagno di scuola e vicino di casa e di guai. Erano iniziate le vacanze estive. Il cortile era pieno di macchine e di cabine di camion (da riparare o nuove da montare) e lui mi chiese se quelle fossero tutte machine rotte? Risposi di si, allora proseguì lui "Perche non ci divertiamo a romperne i vetri, tanto sono rotte?!" Certo il suo ragionamento non faceva una piega,  i giocattoli rotti si buttano via e non avevamo ancora maturato il concetto di valore residuo, "riparazione" o "recupero". Iniziammo con quelli più piccoli delle auto, e ad un certo punto la nostra attenzione e sfida fu richiamata da un grosso cristallo di cabina spesso quasi due dita che non ne voleva sapere di rompersi. "E allora forza, dai, più forte". Con pietre sempre più grosse, con tutta la nostra forza, insieme, proviamo con quel masso..." e dal cielo sentimmo levarsi la voce imponente di papa':
-"Dio . . . . . ". Quell’urlo sovrumano cielo era la voce di mio padre che stava avvicinandosi di corsa e non prometteva niente di buono. Fu in quel momento che pensai che forse stavamo facendo qualcosa di sbagliato e mi paralizzai. Il resto l’ho rimosso ma credo di averle prese di santa ragione e di essere stato chiuso in casa per tre giorni. Mah, il fascino del vetro!

Certo che da piccoli siamo anche molto distratti, un sabato pomeriggio uscii di corsa con la bicicletta immerso nei miei pensieri e attraversai la strada senza guardare: un’auto che sopravveniva inchiodò rumorosamente e dallo spavento non mi distrassi piu sulla strada. Mi e’ andata bene, la lezione mi e’ servita, il mio sistema simpatico l'ha memorizzato, ma che rischio! Imparai a non distrarmi, ma non distrarsi non basta per non sbagliare quando si prende un rischio, in quanto a sbagliare mmmmhh... beh, un giorno col motorino stavamo facendo una gara in una stradina secondaria in cui passava una macchina ogni morte del Papa...io ero dietro e per recuperare pensai bene di tagliare una curva...quella sul ponticello di Vicolo Zanella, ahiahi ahi che macello...! Un passante mi riferi in seguito che dal sangue che c'era a terra pensava fossi morto. L’unica automobile che passava quel giorno la beccai io frontale. Avevo la testa dura e con la capoccia sfondai il montante del parabrezza e il vetro stesso proprio sullo spigolo di congiuntura, miracolosamente senza nemmeno tagliarmi la faccia.
"VANTI CO STI VERI ROTTI" (ancora vetri).
Alle gambe andò meno bene: rottura dei legamenti collaterali del ginocchio sinistro che ancora oggi, ogni tanto quando cambia il tempo, mi fanno male. Ma ero giovane e forte, l’operazione andò bene e recuperai quasi al 100% tanto che potei pure andare a giocare a rugby come seconda linea nel Metalcrom (allievi) e a calcio come portiere nel Selvana di Gino Del Grosso. GRAZIE GINO.
Non voglio parlare della mia esperienza calcistica, anche se sono stato richiesto in serie A come portiere e un mio compagno di squadra è diventato campione d’Italia nel 1979, mi provoca ancora dolore pensare che potevo essere un grande campione ma la condizione delle mie gambe mi ha stroncato... no comment. Tutto sommato penso che sia stata una fortuna sotto altri aspetti.

Va beh, oggi ho parlato di me da bambino perchè in realtà voglio ringraziare mia mamma e mio papà per tutti i sacrifici e la pazienza che hanno avuto con me. Non finirei questo libro se andassi avanti con questi ricordi, ma li rivivo volentieri e mi sembra di essere a pranzo con te e vederti divertita dolce e sorridente.
La maestra ti aveva fatto chiamare dicendoti che ero incontenibile e mentre te lo spiegava in corridoioio, io mi stavo scatenando in classe saltando sui banchi di scuola e facendo l'indiano con la mano sulla bocca:
-"Uhuhuhuhuhuhuuuu!".
Fu traumatico di sicuro in quel momento, ma passata la tragedia, col tempo, il dramma diventa comico, e l'hai sempre raccontato ridendo. Me lo ricordo bene il tuo sorriso e il riso, rari a dire il vero, mi ricordo bene anche quando eri seria, e non te ne mancavano i motivi o le occasioni, ma sempre dolce d'amore.
Alle scuole medie un giorno due ragazzini attaccarono briga con me subito fuori dal cancello. Io non ero mai stato violento, mi limitai a difendermi e per immobilizzarli li presi entrambi per il collo e li tenevo fermi uno col braccio destro e uno col sinistro. In quel momento uscirono, dalla sala insegnanti e dalla scuola. le "Tre Grazie": tre ficcanaso, forse anche un pochino acide, che subito informarono il Preside e pretesero che fossi sottoposto a visita psichiatrica perchè secondo loro ero sicuramente mentalmente insufficiente e forse era consigliabile una scuola differenziata. Chiesero inoltre esplicitamente che i dottori grarantissero che non avrei ucciso nessuno!
Dagli esami risultò un’intelligenza superiore alla media e riguardo alla seconda richiesta, stendiamo un velo pietoso, mi pare risposero che nessuno poteva garantire niente di simile.
Ho anticipato questo perchè, tornando al periodo delle elementari, la mia intelligenza mi faceva apprendere le cose velocemente e poi mi annoiavo e disturbavo tutti, particolarmente il mio compagno di banco e amico del cuore Michele Casagrande. Allora la maestra che, solitamente spiegava una cosa un giorno e la ripeteva quello seguente, chiese a mia mamma di tenermi a casa un giorno si e un giorno no. Credo fosse proprio in occasione di uno di questi colloqui che mia mamma mi vide fare l'indiano sui banchi di scuola ... ma tutti si divertivano, stavo condividendo buona energia, che c’era di male?
Insomma i miei genitori sono stati proprio dei santi per certi versi, e forse anche tutti quelli che mi hanno sopportato nel corso degli anni, in particolare le mie compagne di vita Carol e Ania, dato che non sono stato mai docile ne addomesticabile e qualche gatta da pelare ce l’hanno avuta con me. Ma tornando ai ringraziamenti per i miei genitori, la loro vita è stata dura, entrambi avevano superato la guerra, la deportazione, il fascismo (mia mamma ne parla nel suo libro), e se pur nella gioia di avere un figlio, non posso certo dire di aver contribuito molto a rendergli la vita facile. Ma avevano la pelle dura e mi amavano moltissimo lo stesso, nonostante fossi una peste e un diavolo scatenato. Mia mamma, in un periodo in cui comunque la donna aveva un ruolo e uno status sociale fragile, un grande aiuto e sostegno le trovò nella fede, cristiana cattolica. In quei tempi per un percorso spirituale quella era  l’unica alternativa: la Chiesa, alla quale comunque, nonostante tutto, dobbiamo dire grazie.
Non importa tanto a cosa tu creda, ma importa che ci creda fermamente. Se mia mamma oggi è ed è stata quello che è stata, e se sono potuto crescere in una famiglia sana, con valori importanti e solide basi, lo deve e lo devo anche alla sua fede. Non che mio padre fosse da meno, aveva i suoi sani principi, anche se non era certo un uomo di Chiesa, anzi, come me aveva avvertito nettamente la discrepanza tra fede e istituzioni. Ma questo è un altro discorso. In una famiglia è la donna che fa la differenza e in questo caso mia mamma è stata fondamentale per mantenere unita la famiglia anche nei momenti più difficili.
Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine, ma io sto scrivendo questo libro per regalarglielo il giorno del suo compleanno che sarà tra 17 giorni e quindi vado a braccio e non posso permettermi di fare diversamente, quindi oggi sento che la cosa importante è ringraziarla e voglio farlo con alcuni ricordi in ordine sparso.
Ti ricordi mamma quella discussione che abbiamo fatto sulle scale quella sera fino alle due di notte? Come di consueto dopo cena si sceglieva insieme un film da guardare. Mio padre era sempre molto stanco dal lavoro e si addormentava sul divano e io mi chiedevo perchè non andasse a dormire, ma ora capisco: voleva rimanere a condividere del tempo con la sua famiglia.
Di solito alla fine del film si svegliava, e quella sera salendo le scale per andare a dormire, iniziammo una discussione sulla religione e sulla Chiesa rimanendo fermi ("frizzati"sulle scale a parlare) come se la discussione potesse finire da un momento all’altro. Al momento non sembrava valesse la pena di tornare a sedersi in salotto e invece finimmo per restarci quasi 3 ore.
Mio padre, che già aveva espresso il suo pensiero e sviluppati tutti gli argomenti del caso ripetutamente nel corso degli anni, stava in silenzio ad ascoltare mia madre e me. Io ero giovane e quindi confidava nel sostegno delle mie giovani visioni e sensazioni. Mia madre invece aveva tutta una vita superata grazie al supporto di una grande fede ed era irremovibile.
Il risultato alla fine fu che ci disse che noi non potevamo capire perche non avevamo la fede. Punto. Io lo so che mia mamma è intelligente e si accorge delle lacune della Chiesa ma, se hai la fede non ci fai caso piu di tanto, passi oltre e comunque perdoni loro perche non sanno quello che fanno.
Gesù era un illuminato ma è stato strumentalizzato, e piano piano se ne stanno accorgendo tutti.
Oggi siamo in un periodo in cui le persone si stanno risvegliando, e anche quelli che si sono sempre definiti agnostici e senza fede (pur non avendo mai smesso inconsciamente di cercare interiormente risposte esistenziali e inevitabilmente crescere), oggi possono rinvigorire il loro percorso spirituale. Io le risposte le ho trovate ma ripeto sempre, copiando Daniele Penna: "Non credete a niente di quello che vi dico, sperimentate voi stessi".
La scienza ha apportato grandi elementi e prove per dimostrare quanto sia importante un percorso spirituale, ed è assolutamente straordinario perchè in passato la scienza sembrava avere posizioni contrarie ad ogni tipo di religione o fede.
Mamma, qualche volta da piccolo mi portavi ai giardini per giocare sullo scivolo ed io non volevo mai tornare a casa. All’asilo avevo scoperto la meraviglia dell’altalena e allora papà ne costruì una nel sottoportico, ed io ci passavo le ore. Quante volte abbiamo giocato anche a pallone insieme o mi prendeva in braccio per baciarmi e ai miei lamenti per la barba dura per dispetto me la strofinava ancora di più, ma siamo stati felici.

E ti ricordi quella volta che, sempre con l’amico Quirino, forammo, riparammo la nostra bicicletta bucata e decidemmo di metterci in affari a riparare bici mettendo un cartello di cartone in strada:
-"QUI SI RIPARANO FORATURE DI BICICLETTA"
Eheheheh beata gioventù!

Venne anche la scuola di nuoto nella nuova piscina comunale (prima si andava in corriera all'Istituto Filippin" con i maestri Mazzaria e Contento). Come posso oggi non dire grazie mamma per tutte le volte che mi hai accompagnato in piscina e sei rimasta li a guardarmi mentre io mi dimenticavo di te, e dopo mi aspettavi paziente anche se io ci mettevo delle ore per asciugarmi e vestirmi. Le prime volte c’eri tu ma poi diventando un ometto mi arrangiavo e tu fuori aspettavi. Sicuramente chiacchieravi con le altre mamme per far passare meglio il tempo, ma sempre un sacrificio, grazie, se oggi sono un istruttore di nuoto della federazione italiana e un bagnino e ho anche una medaglia d’argento sui 50 metri dorso nei giochi della gioventrù, lo devo anche a te e al papà. Stupidaggini certo per chi ha fatto una carriera sportiva di rilievo, ma per un bambino sono cose importanti, per me rimane un ricordo meraviglioso e una medaglia d’oro al papà che quella volta, senza navigatore satellitare, riuscì a portarci in tempo alle gare all’Istituto Filippin in mezzo al niente intorno al Monte Grappa credo.
E tutte quelle volte che andavamo al mare, ho sempre adorato il mare, non a caso ho vissuto gran parte della mia vita in un isola: prima Malta, poi Ischia e ora Phuket. Mi sono fatto la patente nautica e ho navigato spesso su un 12 metri Janneau. Mi ricordo la prima volta che uscii in mare aperto e sentii che quello era il posto giusto per me e quella volta che a Malta capitò di uscire col mare in tempesta e onde tanto grandi che all’ingresso del porto sembravano un muro alto insormontabile. Io avevo anche un pò di paura, ma tanta fiducia nel Comandante Skipper Generale Mauro Tommaselli, mio compagno di giochi per gli anni che ho vissuto a Malta. Si usciva in mare almeno una o due volte la settimana e si giocava altrettanto a tennis e a bridge, poi gli trasmisi io la passione per il golf e oggi l’ho perso di vista non so piu niente, forse si sono trasferiti, mi pare che ultimamente parlassero di Spagna o Portogallo...
Eravamo entrambi ospiti fissi a tutte le feste e ricorrenze dell’ambasciatore: un anno per la Festa della Repubblica 2 Giugno, sulla terrazza a mare del Dragonara Hotel, mi misi al pianoforte e lui con la moglie ballavano sullo sfondo del mare e delle stelle mentre la musica si alzava sulla gradevole brezza della sera.
Per il compleanno della mamma del vice Ambasciatore invece organizzammo di arrivare con le basi di arie di opera e fargli un piccolo concerto al telefono nel bel mezzo della festa.
... Quante cose vorrei ricordare o raccontarti mamma, tutta una vita che in parte abbiamo condiviso, dato che tu con grande tenacia hai anche imparato ad usare il computer per restare collegata con me almeno tramite e-mail, quando le telefonate internazionali avevano costi proibitivi. Ma quante cose non ho mai avuto il tempo di raccontarti. Ogni tanto scrivevo una poesia per provare ad esprimere la magia e la gioia di vivere in posti dove il sole la natura e il mare ti riempiono la vita anche senza fare niente di particolare, semplicemente respirando consapevolmente:

Solo il profumo
di muschi e licheni
rimane nell’aria
al tramonto.
Una farfalla
appare e scompare
in un battito d’ali
come le nostre vite
all’occhio del mondo



Capitolo VIII: Vivere Scalzi

Una delle cose particolarmente belle e sane di qui è stare scalzi: si entra scalzi nel tempio ma anche nelle case delle persone e in alcuni luoghi pubblici come per esempio potrebbe essere l'ufficio per il turismo o altri. Per questo, anche aiutati dal clima, quasi nessuno indossa scarpe e calzini, ma prevalentemente sono semplici ciabatte da spiaggia, anche in città. È normale andare scalzi in bicicletta in motorino, e anche a petto nudo. Si respira proprio un' aria di libertà.
Dopo aver vissuto tanti anni a Malta, e quindi essermi abituato anche lì a stare scalzo e a petto nudo o in costume da bagno, un'estate d'agosto torrido a Treviso, stavo prendendo il sole in giardino in costume e la vicina di casa si è lamentò dicendo che non era decoroso stare nudi in giardino e che non eravamo in spiaggia. Io ovviamente la ignorai. Ad un certo punto mi misi a fare qualcosa in giardino e alla fine, dopo una bella doccia fresca con la canna dell'acqua che usavo per l'orto, mi ricordai che dovevo portare fuori le immondizie, non c'era ancora la raccolta differenziata e ci si serviva del classico bidone all'angolo della strada, quindi presi l'immondizia e la portai. Dopo qualche giorno feci visita a mia sorella e chiacchierando bevendo il caffè mi disse che un suo amico abitava vicino a casa mia e che quando lei gli spiegò esattamente dove stavo lui rispose: "Ah è tuo fratello il matto che va a portare l'immondizia nudo". Ovviamente ci siamo fatti una fragorosa risata, di quelle frizzanti che appartengono all’allegria tipica di mia sorella Enza, ma il concetto di base rimane: condizionamenti, obblighi, strutture mentali.
Qui in Thaylandia mi sembra di aver fatto pulizia di tante cose e non solo ai piedi. Comunque in 7 mesi ho messo i calzini e le scarpe tre volte, quando sapevo di dover camminare a lungo per oltre 2 ore (dato che con le ciabatte è meno agevole coprire a piedi lunghi percorsi). Trovo bello e comodo anche muoversi in casa scalzi, e se vai in bagno e c'è una goccia d'acqua per terra non fa niente: non ti bagni i calzini o non prendi l'acqua sulle suole che poi porterebbero sporco diluito in giro per casa. Sembrano stupidaggini o cose da poco, ma contribuiscono a rendermi leggera la vita e quando devo uscire per comprare qualcosa è un attimo mettere le ciabatte, non devi cercare i calzini, indossarli (e poi lavarli asciugarli riporli e ritrovarli) o allacciare le scarpe. Anche l’abbigliamento rimane sobrio, non serve controllare di essere vestito bene con i colori abbinati o controllare di avere la camicia stirata, al caso basta una maglietta e a volte nemmeno quella, nessuno si stupisce vedendo persone che circolano tranquillamente anche in centro a petto nudo a piedi in bcicletta o in motorino, anche se rimangono delle eccezioni. Ma riuscite ad immaginarvi se io attraversassi Treviso a piedi in bici o in motorino scalzo o a petto nudo e magari senza casco e parlando al cellulare! (Qui posso avvalermi del mio libero arbitrio di scegliere se indossare il casco o meno, la maglietta o le scarpe). In ogni caso pochi fanno caso a come ti vesti, leggevo recentemente che qui in Thailandia l’ego non esiste in quanto chiunque si può comprare un pantalone firmato taroccato, una maglietta firmata taroccata, un Rolex taroccato con pochi euro; e tutti vanno in giro belli firmati taroccati e felici.
Un’altra cosa che agevola notevolmente la vita è quella di non dover cucinare perchè qui costa meno mangiare fuori che fare la spesa e cucinare. Ovunque si trovano postazioni mobili o piccoli ristorantini, io li chiamo ristorantini ma sono essenziali, non certo come li intendiamo noi ma in compenso sono gustosi ed economici. Facevo una riflessione due mesi fa su facebook. Visto che comperare all’ingrosso conviene e visto che cucinare per uno o per dieci persone cambia di poco il tempo che ci si impiega, dovrebbe essere prassi comune ovunque che mangiare al ristorante costi meno che cucinare da soli a casa. In Italia è impensabile anche per la pressione fiscale e i contributi. Invece qui molti si dedicano alla ristorazione anche con postazioni mobili, occupando di fatto anche stabilmente spazi pubblici come marciapiedi o piccole piazzole e/o ai lati della strada. Una delle mie preferite si trova fuori di un piccolo supermercato 7 Eleven dove posso andare a prendermi una birra se mi va e portarmela al tavolo, dato che la maggior parte di questi ristoratori mobili o semimobili offrono gradevole acqua e ghiaccio o tea caldo. La maggior parte di loro si muove con un mezzo che sembra l’involuzione del sidecar e si chiama "Saleng": un motorino con attaccato a lato un rettangolo di ferro con ruote adattato al caso per trasportare viveri bombole cucine persone e di tutto e di più.
"Amore, quando ti ho detto che avrei fatto tardi in ufficio e di portare qualcosa per la cena, non intendevo tutta la cucina!"
Si chiamano Salin e ne ho fotografati di diversi tipi personalizzati, alcuni con una grande griglia fissa dietro al posto di questo pentolone. Su questa foto ho fatto una battuta su facebook ti ricordi? "Amore, quando ti ho detto che avrei fatto tardi in ufficio e di portare qualcosa per la cena, non intendevo tutta la cucina!".

Ricapitolando si può dire che mangiare fuori sia costume quotidiano per chiunque e non mi stupisce che anche le donne di casa migliori non eccelgano nell’arte culinaria. L’unico disagio per me è che nella loro cultura non sono previste verdure crude diverse come da noi: la classica insalata mista con lattuga pomodori cetrioli zucchine cipolle sedano finocchio ravanelli ecc. che io adoro, qui non esiste. Si trova solamente per i turisti al supermercato a prezzi altissimi che, solo per un gambo di sedano, o una lattuga, si spende al supermercato piu o meno come sedersi e mangiare al ristorante serviti e riveriti (dove comunque in alternativa si possono trovare zuppe con verdure cotte che usano anche per insaporire i piatti di carne di cui fanno grande consumo, particolarmente maiale e pollo dato che i buddisti non mangiano manzo). Alla fine ho deciso di crearmi un piccolo orto essenziale sul terrazzo con pomodori sedano lattuga ravanelli basilico e rosmarino (se cresce, vediamo, l’ho seminato un mese fa ma non vedo ancora niente). Per gioco, e come "esperimento", in un vaso insieme alla lattuga ho messo un grande seme di mango che, incredibilmente in meno di un mese, e' germogliato e cresciuto di 10cm con 4 foglie fine in testa (e in un altro due limoni anch'essi germogliati).



Capitolo IX: Cosa vuoi fare da grande?

Credo che tutti ricordino un giorno particolare in cui qualcuno gli ha chiesto da bambini che cosa vuolessero fare da grandi. Avevo 6 anni e nella memoria è stampato in alta definizione a colori quel momento in cui risposi istintivamente con naturalezza e senza pensarci come fosse cosa gia decisa e fatta:  
-"Voglio fare l'attore e comperarmi una Porsche".
Col senno di poi so che quelle parole venivano dall'intelligenza superiore cosmica che già conosceva il mio futuro. Se prevalentemente la mia carriera si è sviluppata come cantante lirico (che rimane un "recitar cantando"), ho anche avuto il piacere e l'onore di lavorare con Paolo Villaggio, anche se in una serie che non gli rendeva particolarmente merito, e con attori di spessore come Vincenzo Cucitti, Pino Caruso e il grandissimo amico Angelo di Gennaro.
A Malta invece come co-protagonista ero in uno spot pubblicitario girato per la banca di Beirut, e mi era stato offerto di lavorare in un film importante con Sharon Stone, ma in contemporanea avevo un concerto a Milano e quindi ho scelto la musica, anche se a ripensarci bene sarebbe stato meglio fare il contrario.
Anche la mia originale indole per la velocita e la scelta di una Porsche per il mio futuro era nei giochi di bambino chiara come un destino scritto, non era certo uno status symbol per me, era una vera e propria passione per la velocità che ho sempre avuto, e il papa' mi ha insegnato a guidare che avevo soli 12 anni, auto e moto, tanto che poi le lezioni di guida mamma te le ho fatte io in cortile che il papa' non aveva tanta pazienza per come sfrizzionavi, vizio che non hai mai perso! :)
La prima moto per fare esperienza era una Lambretta che non aveva la frizione e quindi bisognava cambiare avendo particolare attenzione nell'ascolto dei giri del del motore, non era assicurata per cui ci correvo  solo io e in cortile. Mio padre, avendo una carrozzeria che serviva regolarmente anche autocarri e rimorchi, aveva un grande cortile: per una metà asfaltato e per un'altra metà di sassi, dove potevo sperimentare anche la guida sullo sterrato, imparare a fare le manovre da rally che mi venne molto utile in futuro salvandomi anche la vita in una occasione. Avevo visto un servizio sul rally e come affrontare le curve sterrate. Praticamente spiegavano che arrivando in velocità su una curva sterrata, per non uscire di strada si deve frenare sterzati per raccogliere del terreno sul lato esterno delle ruote che poi, rilasciando il freno, agiscano sulla terra accumulata come su una parabolica. Difficile da comprendere finché non si prova, e io avevo provato e riprovato proprio sul giardino di casa, rilevando come questa tecnica fosse perfettamente pratica e sempre efficace. Un giorno in montagna (avevo preso una scorciatoia per attraversare una vallata, sempre con l'amata Porsche), arrivaai abbastanza veloce su una curva impegnativa e, applicare questa tecnica per non precipitare nel burrone che era all'esterno della curva era l'unica cosa da fare, senza pensarci: o funzionava o comunque sarei andato giù e mi sarei ammazzato.

Ne ho combinate tante anche sulla strada, ma erano anche altri tempi: c'era meno traffico e si poteva correre anche in "sicurezza". Oggi è impensabile, il traffico è aumentato tantissimo e poi da quando ci sono gli autovelox mi sono dovuto dare per forza una calmata. La prima multa l'ho presa con la moto sulla implacabile Treviso-Mare (che tante vittime ha fatto in termini di sanzioni) andando in spiaggia.. Un'altra invece andando a Ponsacco dove provavamo Il Barbiere di Siviglia e fu la mia prima foto di quel periodo! Attraversati gli Appennini, li avevo fatti sparato perché a me piace correre sulle curve e non sul rettilineo, mi rilassai procedendo a velocita' di crociera, ma proprio sul rettilineo in discesa, localita' Calenzano, mi fotografarono a 154km/h.

Tornando ai bambini e alla loro naturale connessione con il tutto, oggi so che prima di essere contaminati dagli infiniti condizionamenti limitanti che tendono a castrarli, essi mantengono ancora una originale naturale inconsapevole connessione con l'intelligenza cosmica superiore, il loro profondo Se viene ancora sentito chiaramente, per cui se rispondono senza pensarci, il piu delle volte possiamo credergli, anche se poi le visioni, le intuizioni, non sono mai definite al 100% rispetto a come si manifesteranno.
Sulle orme dell'amico Flavio Fiorotto decisi di iscrivermi alla Società Sportiva Canottieri Sile, alla quale rimarro' affezionato per sempre, dove ho conosciuto il mio migliore amico e primo maestro di vita, Tita. Inizialmente i primi mesi volevo solo irrobustirmi, poi invece conoscere anche le arti marziali e l'uso dei "Nunchako" (Arma orientale costituita da due bastoni uniti, grazie ad una breve catena o ad una corda, alle loro estremità). Ero timido e non avevo il coraggio di iniziare una conversazione con lui, ma, non ricordo come fu, la sua fidanzata venuta a conoscenza dei miei desideri, mi porto' a casa sua per presentarmelo. Inizio' un'esperienza  fantastica, lui aveva capito che avevo bisogno di una guida, e quella dei Nunchako era un mezzo e non l'obiettivo. Iniziammo a frequentarci. Il sabato sera mi invitava a cena a casa sua e parlavamo parlavamo parlavamo riflettendo e ragionando sopra ad ogni argomento. Poi un giorno in palestra, mentre io come d'abitudine cantavo sotto la doccia, (avevo preso quest'abitudine dal papa' che cantava anche facendosi la barba), gli autisti della Siamic (Azienda di traspoti locata sull'altra sponda del fiume Sile), mi risposero in coro goliardicamente facendomi il verso, e Tita di li a poco commento':
-"Se io avessi la tua voce non farei l'impiegato dell'Inps!".
In quel periodo ero stato assunto e lavoravo all'I.N.P.S. di Treviso in Viale Trento e Trieste. Avevo  partecipato al concorso solo perché mia sorella voleva che la accompagnassi a Padova a fare i tests, e con questo proposito aveva iscritto pure me. Vinsi e devo ringraziarla. Quindi lavoravo all'Inps ma non mi sentivo realizzato e quel commento di Tita aveva mosso qualcosa dentro di me che maturo' definitivamente poco tempo dopo. Studiava pianoforte privatamente col maestro Giorgio Sini. Un pomeriggio, mentre lo stavo aspettando, intonai "New York-New York" e lui arrivando e sentendomi cantare mi disse quasi la stessa cosa di Tita:
-"Io con la tua voce studierei canto e non pianoforte."
Repetita Juvant, e finalmente capii che quella poteva essere la mia strada. Andai a studiare canto. Sapevo che mio padre amava cantare, amava l'opera lirica, ma non sapevo fino a che punto il suo cuore potesse traboccare di gioia e di sano orgoglio paterno quando debuttai come solista.
Erano gli anni 80. Lavoravo all'I.N.P.S. fino alle 13.10 e poi correvo in Conservatorio per le lezioni che iniziavano alle h. 14:00. Raggiungere Castelfranco Veneto era un disagio quotidiano oltre che un costo e qui non posso esimermi dall'aprire una polemica ancora viva perché Treviso è l'unica provincia d'Italia che non ha un Conservatorio per Musica, e mi ricordo che l'allora professore di teoria e solfeggio Alessandro Loya ci raccontò che 20 anni prima l'On. Tina Anselmi chiese  ripetutamente al Comune di Treviso di avere una stanza, in uno dei tanti palazzi disponibili, per metterci un pianoforte e iniziare così ad avere il nostro Conservatorio. Ma per tre volte le risposero negativamente, tanto che alla fine se lo realizzo' giustamente dietro casa a Castelfranco Veneto. Grazie Treviso per la lungimiranza :)
Ancora oggi Treviso e' senza Conservatorio ed e' passato mezzo secolo da allora!

Capitolo X: Con le nostre paure

Venerdì 21 maggio ore 6:17 Phuket, 

Ho appena pubblicato un post su Facebook che recita testualmente:
-"Con le nostre paure creiamo la realtà che ci permetterà di affrontarle conoscerle e superarle."

In questi giorni riflettevo sul bisogno di vincere le nostre paure, e su come esso stesso ci porti inconsciamente a tornare a creare situazioni complicate per affrontarle. Capire che siamo noi a creare la nostra realtà e' fondamentale. Se non riusciamo a darci una spiegazione di quello che viviamo nel momento della paura, troviamo ogni sorta di scuse per riallontanarne le circostanze che la manifestano e posticipare l'esperienza che inevitabilmente siamo chiamati a vivere. Le circostanze che rinnovano le nostre paure si manifestano proprio perché per tanto tempo tutti i giorni consapevolmente o meno, abbiamo sviluppato, alimentato, potenziato e cresciuto, con la nostra attenzione, questa o quella paura.
La scienza ha già dimostrato come tutto sia vibrazione e informazione, la particella più piccola della materia vibra ad una frequenza che viene attratta dalla stessa frequenza che viene emessa dal pensiero, ed e' a sua volta pensante. Quando si pensa, si crea. Si generano le vibrazioni originali dell'evento visualizzato. Quando stiamo bene, siamo sereni e pensiamo con gioia e gratitudine a qualcosa di bello come la nostra prossima vacanza, con meraviglia stupore gioia gratitudine serenita e amore,  il risultato sarà che torneremo con un grande bagaglio di nuove entusiasmanti esperienze.
Diversamente, quando costantemente viviamo nella paura di qualcosa, l'unica soluzione è quella di vederla materializzarsi e quindi conoscerla, affrontarla e trascenderla. Fare questa esperienza ci libera da tutte le nostre paure anche se, la vittoria però, non rispetta mai i tempi che crediamo :), non è immediata: necessità per l'appunto di un'accurata conoscenza e coraggio. Conoscere il problema significa viverlo e tutto questo fa parte delle esperienze che abbiamo scelto di fare. Se hai la fobia dei ragni, studiali, lasciati incuriosire, conoscili invece di scappare quando ne  vediamo uno, fermiamoci a guardare le nostre paure, ed è molto probabile che alla fine arriveremo in alcuni casi anche a trasformarle se non addirittura amarle (come le vertigini e il paracadutismo).
Nel 1980 mi pare, mi è capitato di salire all'undicesimo piano di un palazzo ed affacciarmici. Provai vertigini e paura, ma avevo in fianco un paracadutista, Alberto Fabris, che per molti anni è stato mio compagno di avventure giovanili. Ci sfidavamo ai giochi piu strani e questo fatto che io avevo le vertigini e avevo paura di ritornare ad appoggiarmi al parapetto per guardare giù, mi metteva a disagio, decisi che potevo vincerlo facendo paracadutismo proprio come aveva fatto lui.
Non avvenne subito, ma successe che finalmente faccio un corso di paracadutismo. Al primo lancio c'è una paura della non conoscenza di quello che ti sta per succedere, ma maggiore e' la paura del secondo, per il secondo ci vuole molto piu coraggio, tanto è vero che la maggior parte dei partecipanti al corso, nonostante la quota pagata per il corso comprendesse sei lanci e il brevetto, non si presento al secondo lancio. Infatti la paura della non conoscenza è più facile a vincersi che non la paura di qualcosa che si conosce appena. Affrontato il primo lancio si può dire di conoscere superficialmente il paracadutismo, conosci quella sensazione di cadere, quella sensazione quasi di cuore in gola che però non è la stessa che si prova a Gardaland col "missile sparabasso" (quegli strappi violentano in maniera artificiale gli organi interni del nostro corpo), v olare in maniera "naturale"e' un'altra cosa. Quando ci si lancia nel vuoto a corpo libero, l'accellerazione verso la terra e' relativamente dolce e progressiva (perche' siamo sulla propulsione dell'aereo), affrontiamo cosi un particolare quasi naturale crescendo (diversi sono i lanci dall'Elicottero fermo in aria).
Se si riesce a vincere quella sensazione di impotenza e paura del vuoto, si supera anche il secondo lancio e da li in poi l'esperienza diventa ogni volta più piacevole, la paura non scompare del tutto ma e' ben ripagata dal piacere di volare.Un senso di paura rimane sempre, prima di andare in aeroporto ho anche il giorno dopo, ma mai durante la pratica che necessita di grande concentrazione e sangue freddo. la paura ed il coraggio sono entrambe facce della stessa medaglia, perché non esiste alcun coraggio senza paura: se affrontiamo qualcosa senza avvertirne il pericolo non siamo coraggiosi ma siamo inconsapevoli come dei bambini che attraversano la strada pensando ai loro giochi. Si può agire con coraggio solamente quando avvertiamo la paura, ma nonostante tutto procediamo con lucdita' organizzazione o determinazione e risolutezza. 
In generale esistono due tipi di paure: quelle che vanno prudentemente evitate (fisiche) e quelle che vanno coraggiosamente affrontate (emozionali). Se stiamo camminando di notte e ci troviamo di fronte una pantera, va bene scappare, il nostro sistema simpatico ci rifornisce immediatamente di quella adrenalina che ci permette di mettere le ali ai piedi (sempre che si riesca a correre più veloce di una pantera). Ma il nostro sistema simpatico non distingue le paure di tipo fisico (come questa o quella di scottarsi con l'acqua bollente maturate con l'esperienza) e ci porta sempre a sfuggire quelle situazioni che hai imparato possono essere origine di dolore. Ma nel caso del dolore emozionale, la soluzione non e' piu' quella di fuggire o togliere la mano, e' al contrario quella di conoscere e affrontare la paura stessa. Come ci porta a sfuggire le situazioni di dolore fisico, il nostro sistema simpatico ci porta anche a sfuggire le situazioni di dolore emozionale, e avviene quindi che ci porterà ad evitare le esperienze che ci hanno fattos offrire come relazionarsi con un nuovo partner. Non sono poche le persone che, a una certa età e dopo alcuni fallimenti, decidono di rimanere single per scelta. Ma per trascendere il dolore emozionale dobbiamo tornare a vivere quelle esperienze che ci hanno traumatizzato e affrontarle con diversa conoscenza, consapevolezza coraggio e fiducia.

Noi siamo una cosa sola, e nella conoscenza reciproca ci conosciamo. PACE. Siamo vibrazione e conoscenza dalla cellula al cosmo infinito. Pensieri positivi, parole positive, emozioni positive, cibo positivo, azioni positive. sono creazione di energia positiva. Il cuore compassionevole vibra a 8hrz. Gioia e Gratitudine. Amare significa SENZA CONDZIONE. Baci Abbracci Carezze Coccole e Complimenti sono l'unica ricetta per la felicita'.

Va beh, ho citato qualcosa a memoria, sono quasi le tre di notte e per domani dovrei almeno rileggerlo...Notte!

QUANDO OGNI ATTIMO E' CONSAPEVOLEZZA COMPASSIONEVOLE
QUALSIASI ESPERIENZA
E' UNA SCOPERTA GIOIOSA E GRATIFICANTE.

Tuo figlio con Amore, ti voglio bene Mammina!




RINGRAZIAMENTI
Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato con la loro amcizia, energia, disponibilita. e sono tante: allora comincio dal piu vicino Gianni Zucchetti che abita da un mese di fronte a me e sempre mi chiede di cosa abbia bisogno oltre che condividere quotidianamente un buon caffe, dato che si e portato anche la moka dall’Italia.
Daniele Chiccoli (figlio di Walter) che è una persona adorabile: generosa dsponibile comprensiva presente altruista e spiritualmente elevato.
Il padre Walter di cui ho già parlato particolarmente per un momento sublime di dirompenza energica e determinazione. Il giorno di Natale "sapevamo mamma" che avresti gradito che cantassi l’Ave Maria in Chiesa. Lui ce l’aveva in programma ma per come si sono svolti i fatti diciamo che ha dimostrato di essere un ottimo uomo di punta. Arrivammo senza preavviso in Chiesa dieci minuti prima che cominciasse la funzione. Ci recammo direttamente in sagrestia dove lui parlò con il celebrante chiedendogli se potevo cantare. Ovviamente, preso cosi alla sprovvista, rispose di no che c’era già un coro preparato da tempo con un programma collaudato e che la cosa non si poteva fare. Walter non si perse d’animo, mi disse di seguirlo e salimmo sul  "coro" dove i cantori erano pronti e il maestro d’organo stava gia seduto alla tastiera. Walter disse al Maestro che avevamo parlato col Parroco (ed era vero) e che avrei cantato. Il Maestro rispose che non si poteva fare senza prove, ma replicammo che non c'era nesun problema, avrei cantato a cappella senza bisogno dell’accompagnamento e che non si preoccupasse di niente. La funzione stava iniziando e quindi il Maestro disse "Va bene, canta adesso".  Cantai, e la mia voce si espanse dentro e fuori della Chiesa e tutti rimasero piacevolmente coinvolti e avvolti dall’energia e dal mio canto. Riconobbi sguardi di apprezzamento da parte di tutti e poi continuai a cantare col coro le classiche canzoni di Natale che conoscevo. Il Parroco, il Maestro concertatore e il maestro del Coro mi dissero di tornare quando volevo. Addirittura l’entusasmo fu tale che mi chiesero di andare a cantare anche a Patong per l'Epifania, e cosi fu.



Quel giorno capii che Walter era una forza della natura e se avesse voluto mi avrebbe potuto far ripartire con la carriera musicale. Purtroppo il diavolo ci mette sempre lo zampino e tutte le cose prendono tempi e modi imprevisti. Lo ringrazio infinitamente perche nonostante il suo carattere permaloso è una persona di grandi doti qualita e generosa che mi ha aiutato.
Andando a ritroso nel tempo voglio ringraziare un vero amico, di quelli che se ne trovano pochi. Ci siamo conosciuti a Malta promozionando Neways. Abbiamo legato subito e abbiamo condiviso per anni la passione per il golf. Mi è stato vicino (quando ho avuto problemi con Carol) ospitandomi a casa sua ma soprattutto ha fatto quello che non mi aspettavo. Lo scorso anno, quando stavo in piena crisi, aveva avvertito il mio disagio semplcemente chattando su facebook e senza battere ciglio mi disse se per me andava bene se veniva a trovarmi mercoledi prossimo. Era domenica, non ci pensò due volte a  prenotare un volo "La Valletta - Treviso" e lasciare in due giorni l’azienda con 12 operai senza di lui. Arrivo il mercoledi mattina e andammo subito a giocare golf, una sfida Italia-Malta (tra Maestro e allievo: gli avevo insegnato io a giocare) in quattro giornate sui campi di Cansiglio, Asolo, Montebelluna ed Eraclea.

La quattro giornate Italia-Malta di golf (ottobre 2016)
Furono 4 giorni stupendi nei quali dimenticai di piangere e riscoprii il piacere del golf e dell’amicizia. Quattro giorni di cui gli saro eternamente grato. Quel gesto, quel viaggio, quel soccorso inaspettato mi hanno infuso un sentimento di protezione che ancora persiste.

Agosto 2015 Malta, Ian e Julia sposi: -"Numero Uno Sei'!" 
Lo scorso gennaio Ian e Julia sono diventati genitori di due bellissime gemelle: Jessica e Justine, Ian ci perde il sonno e la pace ad accudirle, ma lo riempiono di tanta gioia semplicemente esistendo. Ricordando i giorni delle nostre sfide al Royal Malta Golf Club (dove, in una competizione internazionale sponsorizzata dalla BMW vinsi battendo il record storico del campo con 52 punti) voglio ridere rivivendo alcuni colpi sbagliati dei miei esordi. Una volta, approcciando con un chip un green su una collinetta, colpii male la palla con la testa del ferro. Volò forte e alta andando sulla bandiera dell’asta che sventolava al vento. La bandiera la fermò, la avvolse, e poi la rilascio facendola cadere in buca. Un’altra volta, stanco e scoordinato, all’ultimo drive, colpii la pallina sotto facendola schizzare in alto perfettamente verticale. Recuperando l’equilibrio portai indietro il bastone e mentre la palla scendeva la colpii involontariamente di nuovo con la testa del legno, mandandola indietro di qualche metro. Pagai due colpi per ritrovarmi la palla dieci metri piu lontana dalla buca!
E un’altra volta durante un torneo, sempre col drive, la colpii di lato fiondandola, tra lo spavendo dei presenti, rumorosamente contro la saracinesca del bar vicino ad un’altro green dove altri giocatori stavano proprio approcciando la buca. Un’ultimo ricordo, alla buca uno. Grande drive lievemente impreciso sulla sinistra duecento metri di volo e la palla finisce sulla chiappa di un altro giocatore che piegato stava studiando il green. Ahahahaha ovviamente mi scusai e per fortuna niente di rotto. Ma il topvip fu quando a Castelvolturno alla prima palla della prima buca che si estende lungo i campi di allenamento del AA.SS. Calcio Napoli, rischiai la pena capitale da parte dei tifosi napoletani, quando sparai per errore la palla leggermente a sinistra sulla traiettoria proprio del campo di allenamento tra Donadoni e Lavezzi che al mio grido disperato °FORE°( urlo col quale si informa di avere una palla vagante pericolosa in arrivo da qualche parte), si piegarono coprendosi la testa. La pallina cadde ai piedi di Donadoni che galantemente me la restitui lanciandomela oltre la rete sorridendo alle mie scuse. Certo sono cose che capitano, ma non c'erano vetri, non ho rotto vetri "stavolta".
VANTI CO STI VERI
Ovviamente la sua comprensione deriva anche dal fatto che anche lui , fortunatamente e' un golfista appassionato che gioca con handcap 8 (e nessuno mi disse niente)!
So che non riusciro' a ricordarmi di tutti, Tita e' da sempre il mio amico e primo maestro di vita, Bob affettuoso e disponibile, quando ero a Treviso mi accompagnava sempre a fare la spesa grossa con la macchina. Paolo Viale e famiglia meritano anche un encomio speciale. Non tutti hanno la fortuna di incontrare persone cosi genuine sacre generose buone oneste disponibili. Ricordo che ci siamo conosciuti ancora prima che mi diplomassi in Conservatorio e il giorno del diploma festeggiammo insieme stappando la bottiglia di Champagne Californiano che avevo consevato appositamente dal mio viaggio a San Francisco per l’occasione speciale.

Un giorno per il suo compleanno organizzammo in gran segreto con la figlia di fargli una sorpresa. Predispose uno stereo all’esterno dove Paolo stava grigliando di tutto e di piu e c’era una tavolata imbandita nel sottoportico. Io arrivai di nascosto quando gia' tutti erano a tavola parcheggiando la macchina prima di casa loro. Diedi il cd a Deborah con la base dell'aria del Toreador dalla Carmen di Bizet.. Fece partire lo stereo e io cominciai a cantare. Che sorpresa, Paolo aveva le lacrime agli occhi. ho dato gioia agli altri meglio che ho potuto e questa e' una di quelle volte, sempre ringrazio per quello che ho ricevuto. Grazie Paolo e famiglia.

Ci sono persone dalle quali mi aspettavo di piu e persone dalle quali mi aspettavo di meno. Quando a Roma incontrai Gianni Morandi mi aspettavo di piu. Quando andai da Carlo Conti mi aspettavo di piu. Quando andai a Italian’s Got Talent mi aspettavo di piu. Quando lavorai con Paolo Villaggio mi aspettavo un seguito. Quando vinsi il °Primo Concorso Internazionale, laboratorio teatrale per giovani cantanti lirici, Citta di Savigliano (CN) e interpretai Figaro nelle Nozze di Figaro di W.A.Mozart, anche allora mi aspettavo di piu. Quando feci il Don Carlo a Trieste nel 1997 con Ferruccio Furlanetto, Alberto Cupido, Elisabetta Fiorillo... mi aspettavo un seguito travolgente.
Ma le aspettative sono tutte sbagliate, dobbiamo imparare a non aspettarci niente e tutto allora diventa sorpresa e gioia.
Un giorno chiesi ad un maestro spirituale riguardo alla mia carriera e mi rispose di cambiare genere. Disse qualcosa come se, da spirito di luce eterno, avessi scelto di entrare in una dimensione terrena per sperimentare la frustrazione di non farcela mai davvero fino in fondo. La stessa domanda la riproposi di recente ad un altro maestro. Il primo mi rispose di cambiare genere, il secondo non mi rispose.
Quando nel 1993 il grande Rolando Panerai in persona (per chi non lo conosce ha fatto la Boheme con Pavarotti anche nella versione cinematografica diretta da Franco Zeffirelli ed e' stato negli anni piu recenti Direttore del Festival Pucciniano di Torre del Lago, oltre ad essere stato uno dei piu grandi baritoni del mondo) mi teleono' chiedendomi di andare a ricoprire urgentemente il giorno seguente il ruolo del Notaio (nel Gianni Schicchi di G. Puccini) improvvisamente rimasto vacante in programma al 23mo Festival Pucciniano di Torre del Lago, non stavo piu' nella pelle.. In seguito mi chiamo' anche a Cosenza, stavo ripartendo.

A Malta debuttai con Cavalleria Rusticana (P.Mascagni) e I Pagliacci (R. Leoncavallo) nei ruoli di Alfio e Silvio. Ti ricordi mamma, con Anna ed Enza volaste fino a Malta per venirmi a vedere. Bello fare il bagno a novembre! :) ... e all'aeroporto al ritorno, mentre si beveva un caffe' aspettando l'imbarco, una signora tedesca si avvicina con in mano il libretto di sala aperto sulla mia pagina e mi chiede l'autografo. Anna disse "I te domanda anca l'autografo!" Al primo concerto a Malta firmai autografi e foto per oltre un'ora. Era bellissimo incontrare personalmente il pubblico.
Dopo Malta, cambiai genere: mi dedicai al jazz, al blues, alla musica napoletana classica e alla musica leggera. Cantai Ella Fitzgerald a Ischia, Murolo a Napoli, Pino Daniele e Adriano Celentano in Albania. Pino Daniele piacque cosi tanto che mi chiesero, a Divjake, di cantare °Napule° in albanese cambiando il nome della citta da Napule a Divjake.
Pasqua 2016 Divjake  "Napul'e'"

Oggi sono a Phuket e ho in mente un concerto commemorativo per Pino Daniele il 4 gennaio prossimo quando saranno 3 anni dalla sua scomparsa. Il mio procuratore mi ha detto che qui Pino Daniele non lo conosce nessuno e io gli ho risposto che la buona musica e la buona energia non serve conoscerla, si riconosce all’istante. Se un giorno qualche thailandese amasse Pino Daniele per mio tramite, sarebbe il massimo della gratificazione. GRAZIE PINO, sentirei di aver in qualche modo ricambiato tutte per le emozioni che ho provato grazie a te. Mi ricordo che quando mori' mi trovavo a Napoli e stavo lavorando con Angelo di Gennaro al Teatro Troisi e col nostro gruppo alla fine delle prove intomanno tutti insieme: "Napul'e;". Grazie.
Gruppo Teatro Troisi Fuorigrotta (Napoli) 2015


Tornando ai ricordi giovanili voglio ringraziare anche il mio maestro di matematica delle scuole medie Carlo Gardenghi. Io sono semrpe stato un pochino ribelle e non andavo d’accordo con l’insegnante di inglese (che non voleva nemmeno ammettermi agli esami perche la nostra incompatibilita ci aveva portato ad una rottura tale che consegnavo sempre i compiti in bianco), ma ero molto bravo in matematica e italiano. Gli altri insegnanti mi amavano e particolarmente Carlo che con Fides votarono per la mia ammissione. Con Carlo abbiamo mantenuto negli anni un’amcizi e una frequentazione, si impose che dovevano ammettermi, ed era il mio eroe. All’esame portai la vita di Shakespeare e la esposi in inglese tutta a memoria. Promosso. Come ho detto continuai a frequentare il mio vecchio maestro anche quando si trasferi a Povegliano, ovviamente quelle poche volte che rientravo in Italia. Un giorno, tornando da un giro sul Montello con la bici da corsa, mi fermai da lui per un saluto, e volle a tutti i costi regalarmi 4 bottiglie di Sangiovese che aveva fatto arrivare dalla toscana e imbottigliato personalmente. Non potevo rifiutare, e anche se non avevamo una borsetta a disposizione, confidando sul mio eccellente equilibrio, me le tenni in braccio pedalando senza mani verso casa. All’altezza del semaforo di Ponzano, proprio all’angolo con la Villa Benetton, mi stavo domandando se era meglio girare a destra subito o prendere la stradina delle suore di clausura piu avanti. Improvvisamente, ricordandomi dei due fastidiosi rallentatori (i fastidiosi da affrontare senza mani e della stradina piu avanti, scelsi di getto la prima soluzione proprio in prossimita' dell'incrocio e svoltai senza prevedere che nella manovra repentina la ruota anteriore non si sarebbe limitata senza un controllo manuale e realizzo' un 360 gradi che mi fece catapultare oltre volando. Nel volo la mia preoccupazione principale era di non rompere le bottiglie e cadendo le accompagnai con le braccia invitandole a rotolare. Se ne ruppe solo una. I passanti in auto si fermarno per soccorrermi ma io  escoriato e malconcio dissi: "Non mi sono fatto niente, ma una bottiglia si è rotta e bisogna berla, se volete favorire!" Inutile dire che il vino rimasto nella bottiglia lo bevvi da solo mentre tutti pensavano che fossi proprio matto!
Potrei ringraziare moltissime altre persone, Giuliana per il suo amore materno, le mie ex compagne Carol e Ania per la loro pazienza e amore, le mie sorelle e cognati, i miei zii e zie Biasetto, Piovesan, Rigoni. Le famiglie Musella e De Mari, Perla, Gianni e tutta Napoli, e poi tutta Ischia con Marina, Tommaso, Nicola, il Calcio Panza, Eugenia, Antonello, Regina, Sara, gli Espositore e Castelvolturno: Guglielmo Cecchetti (e la moglie ottima cuoca, grazie degli inviti a cena) che a Castelvolturno mi ha insegnato a migliorare lo swing ed e stato grande compagno di gioco e amico, Vito Zaniello che presto verra' a trovarmi qui a Phuket, il maestro di golf che mi ha regalato un bellissimo drive, il Dott. Roberto A Ponte che mi ha regalato una sacca nuova, e online dal messico Lucio Gobbo che ogni tanto mi supporta tecnicamente sul web, dall'Italia Antonio Raffone Maestro di Musica Compositore e amico generoso che proprio in questi giorni mi sta mandando in regalo tanta buona musica (compresa la sua) e uno stereo per ascoltarla meglio, Flavio Fiorotto, Bruna Brazzalotto e gli amici della poesia "El Sil"... !
L'ultima volta recitai quella del gatto facendomi volare gli occhiali imitandone il gesto finale:


"Alfio"

Senta' in terassa
col gato su la mureta
i xoga a darsea e torsea
la me man co a so zampeta:
fintanto che el se stufa
e co’ la sorpresa mia
el me rabalta i ociai
e el salta via!


Treviso, Associazione "El Sil" Amici della poesia


Ma uno dei ringraziamenti piu grandi va al mio Maestro Giorgio Cerquetti perche, come ho gia esposto, se non fosse per lui oggi forse non sarei piu qui e sicuramente non sarei quello che sono, e alla mia compagna, che io chiamo moglie, Khwan. Grazie.
                                                   


29 lug 2017 - Festa di Compleanno in barca organizzata da Khwan BUON COMPLEANNO MAMMA


Una cosa simpatica è che Khwn adora il mio naso greco acquilino, vero che:
"Non e bello cio che è bello ma è bello cio che piace!"

Un particolare augurio di pronta guarigione al grandissimo Amico e Maestro di Teatro Angelo di Gennaro: grazie per l'uomo che sei, attore e maestro, amico affettuoso che conosci l'arte di condividere sentimenti autentici tipici del cuore di Napoli, e di tutti quelli che sanno vibrare coi nostri: Rimettiti presto in forma!

ESPERIENZE e CONCLUSIONE

Viviamo in una dimensione umana per fare delle esperienze, ed io ne ho fatte parecchie sia in campo lavorativo che in quello sportivo (non parliamo di quelle sentimentali che mi hanno letteralmente rivoltato come un calzino).
Sono stato dipendente privato, pubblico, libero professionista, imprenditore e nello sport beh, dal paracadutismo al calcio (sono stato richiesto in serie A come portiere e un mio compagno di squadra e' diventato Campione d'Italia nel 1979 con il Verona) al rugby al nuoto alla vela, golf e molti altri.
Vediamo se mi ricordo i passaggi della mia carriera lavorativa: dj e speaker sia in radio (Radio Veneto Uno) che in discoteca, buttafuori, barman, cameriere, cuoco, venditore di enciclopedie, corredi per sposa, spazi pubblicitari per la radio, cronista sportivo, direttore di discoteca, impiegato dell'I.N.P.S., ho fatto il pane, il bagnino, l'istruttore di nuoto, l'istruttore di vela, il sorvegliante in un collegio svizzero a Crans Sur Sierre, l'autista, ho aperto un ristorante "The Secret" e un Bed & Breakfast a Malta, ho gestito un ristorante in Albania, ho fatto il cantante lirico (con alcuni dei migliori cantanti del mondo come Rolando Panerai, Ferruccio Furlanetto, Alberto Cupido, Elisabetta Fiorillo, Rita Lantieri ecc.) e l'attore in Italia e all'estero. Sono maestro di musica e di canto, maestro di bridge, so pilotare un ultraleggero, auto e moto sportive, barche fino a 24 metri (Patente Nautica Vela/motore senza limiti), sono stato allenatore e mental coach con il Panza di Ischia, ho scritto musica canzoni poesie e un libro, questo.
Ho visitato l'Europa, l'America, l'Africa, l'Asia dove attualmente vivo a Phuket. Ora mi dedico ancora alla musica e alle cose che mi piacciono ma principalmente mi adopero per migliorare il mondo e la vita di tutti. Ognuno puo' farlo, condividendo le proprie conoscenze ma soprattutto creando e diffondendo buona energia. Lo faccio tutti i giorni, cosi' non mi dimentichero' di farlo anche nel mio ultimo istante di vita, ecco, le mie ultime parole saranno:
-"Mando Amore e Buona Energia ad ogni essere vivente."

FINE